DEL SUBLIME CREATORE

Che cos’è il sublime? O meglio, come caratterizzarne la manifestazione? Questione di ordine estetico e soprattutto filosofico. Il sublime, secondo Immanuel Kant nel paragrafo 23 del capitolo Analitica del sublime, (Critica della facoltà di Giudizio) si definisce come illimitato e «assolutamente grande». Di fronte allo spettacolo del sublime, l’essere umano sperimenta la sua piccolezza. Questo fenomeno nasce dal fatto che l’uomo si sente sopraffatto da questo spettacolo che sfida le capacità della sua immaginazione. Così, paradossalmente, il sublime rivela all’uomo la sua natura umana.
Il carattere non solamente illimitato, ma anche caotico del sublime, in perpetuo movimento e infinitamente grande, sembra trovare casa nella letteratura, come, per esempio, nelle descrizioni di una montagna innevata e mangiatrice d’uomini, proposta da Alexandra David-Néel nel suo Voyage d’une parisienne a Lhassa (Viaggio di una parigina a Lhassa), laddove descrive questa montagna come pericolosa, animata da una energia sovrumana: a differenza degli uomini, la neve non smette mai di scendere, non conosce limite, è nell’incommensurabilmente grande e potente. Come che sia, il suo carattere pericoloso non intacca minimamente il fatto che la montagna possa presentarsi come un nutrimento per la vista e per la contemplazione, davanti alla quale Alexandra David-Néel non può che inchinarsi.
La viaggiatrice giunge, attraverso due momenti critici, l’uno di sofferenza estrema provocata da una tenuta inappropriata per un luogo così freddo, l’altro causato dalla mancanza di sonno e di nutrimento, a percepire ciò che si potrebbe accostare a una descrizione kantiana del sublime. In questi momenti di contemplazione, di realizzazione del sublime, la scrittrice, superando le sue sofferenze, si sofferma per assaporare comunque la bellezza di una natura che riconduce l’uomo alla sua natura e che, esattamente come Kant definisce il sublime, è
ciò che non è dovrebbe essere né troppo vicino, né troppo lontano, se si vuole provare in pieno l’emozione che produce la [sua] grandezza.
Allo stesso modo, in La toilette de la duchesse de Parme, opera decorativa dell’orafo Froment-Meurice, ciò che colpì gli spettatori dell’esposizione universale fu proprio il carattere illimitato e l’abbondanza quasi naturale dei motivi vegetali che invadono lo spazio, e soprattutto le gambe piedistallo, che diventano agli occhi dello spettatore una manifestazione del sublime nelle arti decorative: i motivi dell’edera, per esempio, che corre all’infinito e che dà nascita a fiori che raffigurano una natura in ebollizione.
Il sublime, pertanto, per la sua diversità, la sua spontaneità naturale e la sua grazia, si rivela non solamente nel campo filosofico, ma anche nella letteratura e nelle arti figurative; oltre l’estetica kantiana, il sublime diviene così quel collante poetico che contamina tutte le arti e ispira gli artisti in una visione infinita.
@ILLUS. by MAGUDA FLAZZIDE, 2023