KARL JASPERS – HUSSERL COMPÌ IL TRADIMENTO DELLA FILOSOFIA?

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L’impronta più decisa, ad esempio, la lasciò Husserl con il suo metodo fenomenologico, che io però non considerai come un vero procedimento filosofico, come del resto lo stesso Husserl in un primo tempo, ma come una psicologia descrittiva. In questo senso me ne servii, e nella psicopatologia feci qualche descrizione e formulai i metodi fondamentali per le finalità psicopatologiche. In ciò trovai la viva approvazione di Husserl. Quando gli dissi che non avevo ancora capito che cosa fosse propriamente la fenomenologia, e che cosa questo metodo significasse dal punto di vista filosofico, egli mi rispose (1913): «Lei usa già i metodi suddetti. Prosegua così. Non ha bisogno di sapere che cosa è la fenomenologia. Si tratta infatti di una cosa difficile». Di Husserl avevo letto da tempo, sia pure controvoglia, lo scritto sulla filosofia come scienza rigorosa compreso nel primo annuario del «Logos», ma ancora una volta, anche se ero in presenza di una non comune acutezza di pensiero e di deduzioni, non mi sembrava realizzata la filosofia che sentivo essenziale. Ciò nonostante, questa lettura fu per me come una illuminazione, perché ritenni di capire che lì si era raggiunto, nel modo più chiaro, il punto in cui, per salvaguardare i diritti della scienza rigorosa, cessava tutto ciò che poteva chiamarsi filosofia nel senso più alto di questa parola. Finché Husserl fu professore di filosofia ebbi l’impressione che si realizzasse nel modo più ingenuo e radicale il tradimento della filosofia
[K. Jaspers, Filosofia I – Orientazione filosofica nel mondo]
Nella tradizione di U. Galimberti, edito Mursia.
@ILLUS. by FRANCENSTEIN,2021
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