LA CAPPELLA DELLE RELIQUIE IN SANTA MARIA MAGGIORE AD AVIGLIANA: IL CICLO DEGLI AFFRESCHI
[Introduzione]
I recenti lavori di restauro nella “Cappella della Reliquie” nella Chiesa di Santa Maria Maggiore di Avigliana (Torino) hanno portato alla luce l’affresco presente sulla volta di origine seicentesca e la relativa lunetta decorativa nella parete sud della sala e fastigio dell’antico altare.
Gli affreschi, pesantemente ridipinti e coperti nel corso dell’800[1], rappresentano il ciclo tardo barocco godibile attualmente più esteso dell’intero edificio e la loro ricostruzione storico artistica rafforza l’idea della Chiesa di Santa Maria come luogo di culto nevralgico per la comunità val susina nel corso dei secoli[2].
La ricerca documentaria, l’analisi stilista dell’opera, lo studio della tecnica di lavorazione, la ricostruzione iconografica e il confronto dell’opera con esempi contemporanei presenti in quella che era, un tempo, la prevostura di Oulx[3] hanno permesso non solo di determinare gli estremi cronologici dell’affresco ma di approfondirne la letteratura, al fine di poterla poi utilizzare in casi di studio similari che potrebbero reperirsi nell’area.
Indispensabile è la ricostruzione storica della cappella attraverso sia le visite pastorali sia i documenti di archivio rinvenuti, al fine di avere una più ampia comprensione del perché gli affreschi ivi sono stati realizzati e del loro significato decorativo.
Si sono potuti inoltre determinare i termini cronologici dell’affresco realizzato, individuando una fascia temporale ben precisa che può, grazie anche al supporto di ricerca archivistica e bibliografia contemporanea, essere ormai data per certa.
Le visite pastorali, i fondi di ricerca e gli atti utili alla stesura dell’elaborato sono provenienti dall’archivio vescovile di Avigliana, dall’archivio arcivescovile di Torino, e dagli archivi vescovili e statali di Susa.
L’affresco in questione rappresenta, ad oggi, un unicum all’interno della Chiesa essendo il solo, di chiara derivazione barocca, portato alla luce, e individuando così nella stratigrafia cronologica dell’edificio la fase pittorica del ‘600-‘700, rendendo Santa Maria non solo chiesa Romanica, Gotica e Ottocentesca ma protagonista del Barocco in Val di Susa, area nota per gli altari retable[4], ma assai meno dal punto di vista pittorico.
L’analisi iconografica dell’opera è stata operata recuperando la simbolica sacra di derivazione sabauda dei secoli XVII-XVIII e contestualizzata in base alla destinazione d’uso della cappella stessa e a cosa questa rappresentasse all’interno dell’edificio e per la comunità aviglianese tutta.
La zona di interesse per il confronto stilistico e di contesto, ovvero per la seconda fase del lavoro di studio, può essere delimitata da quelli che erano gli antichi confini della prevostura di Oulx, fondata a metà del XI secolo e comprendente la pieve, poi priorato, appunto, di Santa Maria di Avigliana[5]. I confronti hanno inoltre compreso realtà presenti nella prevostura del Moncenisio, nella pieve di Susa e altri esempi di decorazione barocca presenti all’interno dei confini della diocesi di Torino così come segnati dai secoli XI-XIV.
Doveroso è specificare che parte delle ipotesi avanzate in questo lavoro si basano sulle intuizioni artistiche, architettoniche e storiografiche, che chi l’ha redatto ha derivato dallo studio complessivo dell’area, rapportandosi alla Cappella in questione non nella sua unicità che la vede esistere solo post data di rifacimento dell’edificio in epoca moderna, ma come spazio presente all’interno del complesso di Santa Maria, di derivazione romana e, oggi, ancora luogo di azione antropica.
La Cappella dalle Reliquie è quindi stata considerata profondamente legata all’antico campanile, alle volte gotiche, al cimitero medievale, alla sacrestia, alle zone dedicate alla Confraternita del Gesù e a tutto ciò che Santa Maria ha rappresentato e rappresenta sul territorio aviglianese.
Continua…
[1] Nella fase precedente il recente restauro così vengono descritti gli affreschi della volta all’interno della scheda tecnica “la volta risulta interamente decorata dagli affreschi settecenteschi, pesantemente ridipinti nel corso dell’800”. L’ipotesi del ‘700 era ancora da approfondire e derivata dalle fonti di archivio che indicano la presenza della cappella a partire dal 1673.
[2] La chiesa è collocata alle pendici del monte Pezzulano, nella parte superiore del Borgo Vecchio di Avigliana, con posizione dominante rispetto il resto del paese.
[3] Casiraghi G. 1977. Il problema della diocesi di Torino nel medioevo. Bollettino Storico-Bibliografico Subalpino LXXV (2): 405-534. Torino.
[4] Pala di altare con inquadratura architettonica tipica dell’epoca barocca.
[5] Dal Casiraghi: “Pieve di S. Maria di Avigliana, poi priorato dipendente dalla prevostura di S. Lorenzo di Oulx. Il 12 marzo 1158 papa Adriano IV confermava a Pieteo, prevosto ulciense “elemosinariam domum Sancte Marie de Secusia cum omnibus bonis suis et ecclesiamo de Aveilana cum titulis suis et pertinentiis”. L’anno seguente, mediante un diploma imperiale di Federico I del 1159, il vescovo Carlo acquisiva vasti diritti nella valle di Susa, tra i quali “curtem de Aviliana cumcastello et plebe et districto”. Nel settembre 1170 Umberto, conte di Moriana e marchese in Italia, donava e confermava per sempre alla chiesa matrice di S. Maria di Susa e au canonici di Oulx la “domum hospitalem et elemosinariam” di Susa, annesa alla chiesa di S. Maria, con tutte le pertinenze “idest de ecclesia plebe de Aviliana”. E ancora “L’ospedale di S. Maria di Susa e la chiesa di Avigliana con i “tituli” dipendenti vennero riconfermati alla prevostura di Oulx dai vescovi Carlo nel 1165 e Giacomo nel 1226 e dai pontefici Alessandro III nel 1172 e Lucio III nel 1183”.
@PHOTO of CAPPELLA‘s AFFRESCO [recenti lavori di restauro a opera delle Dott.sse Raffaella Bianchi e Elena Gallizio]