DELLA PRIMA TAPPA DI BOSSE-DE-NAGE IN SU LA VIA PER LA TERRA DI CUCCAGNA

Era una giornata settembrina battuta da una pioggerellina marzolina, con quel tipico tepor d’estate novembrina. Svegliatosi assai presto la mattina, Bosse-de-Nage, assai loquace cinocefalo babbuino che sapeva dire, tra le mille (e mila) parole che sapeva dire, solamente «’HA ‘HA», si preparò per quella che aveva tutta l’aria di essere la più grande avventura dai tempi di quell’uomo coraggioso che aveva sfidato con coraggio lodevole i terribili mulini a vento giganti.
Una volta preparatosi per benino scese nella stalla a rifocillare prima della partenza la cavalla assai bella e leggiadra e elegante che lo avrebbe condotto, sano e salvo, presso la Terra di Cuccagna. Caricata la candida bestiola con lo zainetto contenente tutto l’occorrente per il viaggio dalla durata stimata di cinque giorni che sembreranno almeno quattro, si avviò verso le porte della città.
Si aspettava, come sarebbe stato logico aspettarsi, una folla esultante ed esaltante per quel viaggio che tanto lustro avrebbe apportato al Paese, ma non trovò nessuno ad attendere lui e la cavalla assai bella e leggiadra e elegante. I giornali stessi che fino al giorno precedente avevano intonati inni propiziatori per l’esploratore, erano stati catturati da quella che aveva tutti gli aspetti della più grande invenzione di tutti i tempi: un meccanismo messo a punto da un ingegnere e da un dentista, entrambi immatricolati presso la Scuola Superiore dell’Ordine degli Azzimati che, tramite un complicato sistema a camme e di pulegge, permetteva di intingere le caramelle nel caramello aumentandone così gusto e carica zuccherina. Cosa può un esploratore al cospetto di inventori così visionari?
Trascorsa un’ora che è sembrata almeno mezz’ora di cammino la giornata settembrina battuta da una pioggerellina marzolina, con quel tipico tepor d’estate novembrina venne sferzata da una assai copiosa nevicata dicembrina che rese il cammino quanto più arduo possibile. Il manto bianco aveva quasi raggiunto il centimetro e Bosse-de-Nage, zoofilo qual è, decise di caricare la cavalla assai bella e leggiadra e elegante che lo avrebbe condotto, sano e salvo, presso la Terra di Cuccagna, caricata dallo zainetto caricato di tutto l’occorrente per il viaggio dalla durata stimata di quattro giorni che sembreranno almeno tre sulle proprie spalle, affinché non si macchiasse (ma secondo una diceria più maliziosa, come avrà a scrivere Bosse-de-Nage stesso nel suo Diario di bordo messo per iscritto al ritorno dal suo viaggio, temeva che la cavalla assai bella e leggiadra e elegante si sarebbe mimetizzata per sottrarsi al peso ponderoso dello zainetto caricato di tutto l’occorrente per il viaggio dalla durata stimata di tre giorni che sembreranno almeno due [N. d. R.]).
Avanzando a stentoni sprofondati nella terribile nebbia zuppa-di-piselli ottebrina, Bosse-de-Nage, assai loquace cinocefalo babbuino che sapeva dire, tra le mille (e mila) parole che sapeva dire, solamente «’HA ‘HA», caricato della cavalla assai bella e leggiadra e elegante che lo avrebbe condotto, sano e salvo, presso la Terra di Cuccagna, caricata dello zainetto caricato di tutto l’occorrente per il viaggio dalla durata stimata di due giorni che sembreranno almeno uno, approdarono finalmente in una locanda agghindata a festa e tutta diroccata. Lì avrebbero trovato ristoro e possibilità di rifocillarsi dalla lunga camminata di due ore che è sembrata di almeno un’ora e mezza.
@ILLUS. by FRANCENSTEIN, 2020