LA SCRITTURA DEL PENSIERO
Scrivere in corsivo non è come scrivere in stampatello.
No, la questione grafica non c’entra, come non c’entrano gli estetismi da umanisti. Il corsivo è diverso dallo stampatello per un fatto cognitivo, culturale e spirituale.
Sostenere una simile affermazione, nel tempo liquido della fine delle forme, dove ogni cosa viene volgarmente banalizzata e relegata all’insignificanza, può apparire come delirante. Eppure si tratta di una questione oltremodo nodale che tutti, insegnanti in primis, dovrebbero assumere come postulato di qualsiasi attività pedagogica. La scrittura è infatti una cifra squisitamente umana e in quanto tale è parimenti un’espressione dell’intelletto che occorre educare e allevare. Ma il tempo liquido della fine delle forme, si sa, è anche il tempo senza maestri, senza autorità credibili. Autorità che in ambito pedagogico, per esempio, dovrebbero rappresentare un modello emulativo, un archetipo testimoniale necessario alla formazione della coscienza simbolica del discente, ma che invece hanno finito per diventare accidiosi operatori di conformismo morale e intellettuale.
«Non preoccuparti, scrivi pure in stampatello, così farai meno fatica tu a scrivere e meno fatica io a leggere» dicono ammiccanti e compiacenti gli insegnanti del tempo liquido.
«Per quale motivo non in corsivo?» obiettano gli osservatori curiosi.
«Perché non è questa la cosa importante» rispondono sornioni e altezzosi i progressisti del metodo.
Già, ma a forza di liquidare ogni forma resta inevasa una domanda sostanziale: qual è la cosa importante? cos’è che deve rimanere intoccato, nel processo educativo? quali costanti metodologiche devono essere preservate?
Certamente quelle che da sempre tracciano il perimetro cognitivo entro il quale l’intelletto può crescere e maturare e predisporsi a comprendere la complessità. Occorre quindi familiarizzare con gli oggetti dello studio come libri e quaderni, ma anche con quelle tecniche e quei metodi che da sempre favoriscono l’esercizio e l’apprendimento delle conoscenze elementari come la lettura, la scrittura e il calcolo.
Ebbene riformuliamo un assioma pedagogico elementare: scrivere in corsivo è importante, addirittura di fondamentale importanza e la ragione di ciò è meno astrusa di quello che potrebbe sembrare. Il motivo di tale importanza, infatti, dimora nel fatto che il corsivo è la scrittura del pensiero. La penna che fluisce componendo intere parole con un unico tratto è il riflesso fattuale di un pensiero fluente, continuo e integrale. Se lo stampatello è scrittura digitale nella quale le lettere compongono parole-codice irrelate nelle rispettive unità minime, il corsivo esprime parole-concetto nella loro portata ideale e quindi spirituale, aprendo alla dimensione del senso. Non è un caso che, tradizionalmente, lo stampatello sia la scrittura dei bambini: per diventare adulti, per crescere e maturare culturalmente e spiritualmente, la scrittura deve pertanto acquisire forme nuove e più complesse. Ignorare il corsivo nella scrittura, la quale appunto è cifra umana, equivale a restare cognitivamente, culturalmente e spiritualmente eterni bambini. E come tali, eternamente dipendenti da qualcun altro.
Certo insegnare un metodo e motivarne il rispettivo valore costa fatica e sacrificio. Ma, prima di tutto in ambito pedagogico, chiunque non sia disposto a una simile abnegazione è meglio che abbandoni il proprio ruolo di maestro (che etimologicamente, ricordiamo, deriva dal latino magister, che significa appunto superiore), poiché difetta del requisito minimo del mestiere che è appunto quello della grandezza. Intesa, quest’ultima, come senso interiore della grandezza, come testimonianza dell’anelito alle cose celesti. Perché non può esserci davvero buon insegnamento senza una complementare testimonianza di un ordine superiore alle quali le cose tendono, come non può esserci senso terreno senza luce celeste.
Come infatti i marinai si orientano consultando la cartografia del cielo, così l’uomo può apprendere la rotta dell’esistenza levando lo sguardo alle cose di lassù, dove si possono scorgere parole di verità. Le quali, senza dubbio, sono scritte in corsivo.
@ILLUS. by FRANCENSTEIN, 2025





