PUNKTHEISTAS
Astuta la manovra con cui Dio è stato condotto alla morte. Prima innalzato al di sopra di ogni cosa (e radicalmente oltre), è stato fatto suicidare gettato giù dalle eteree vette olimpiche impossibili su cui sedeva, sicché si schiantasse similmente al suo predecessore Lucifero. Dio è stato sacrificato dagli uomini perché questi tutelassero le proprie libertà.
Libertà, tuttavia, che rimangono oscure. Gli umani erano i liberi (figli) di Dio e proprio per ciò, per speciale concessione divina, essi possedevano sé stessi e, dunque, le proprie volontà. Dio fornendo loro la patente di creature predilette, scelte con facoltà di scegliere, ne era il garante delle libertà essendo il Padre. (Ciò in un discorso che non ha mai trovato compimento in una soddisfacente logicità (discorsività); infatti come fa Dio, eternamente onnisciente, a non sapere come si comportano i suoi figli, determinandone le azioni?). Gli uomini grazie a Dio potevano svincolarsi dalla necessità cui sarebbero stati altrimenti sottoposti così da non avere la propria esistenza determinata dalla natura, creatura meccanica di Dio.
Dio però è morto. O meglio (e)sisteva[1] solamente nei discorsi. Discorsi che per millenni hanno tirato su una torre di Babele, che non poteva che crollare. E ciò è accaduto, Dio è caduto. L’ordine immutabile che Dio tratteneva con sé s’è sciolto. I semplici suoni che i discorsi su Dio e le sue disposizioni erano sono tornati a essere suoni che non significano altro che sé stessi. L’ethos (comportamento) che Dio imponeva agli uomini è tornato a essere incomprensibile e ingiustificabile, l’uomo può tornare a vivere nella sua tana (ethos) originaria (vera), priva di torri trabiccolanti. Il doppione illegittimo della Natura si rivela quale (non) immagine riflessa di Quella.
E invece no! Tutt’altro; per sapiente governo del Tecno-Intelletto Assoluto gli umani si affollano festanti attorno al cadavere (senza corpo) di Dio e celebrano la loro libertà! Ottusi più che mai da Quello (il Tecno-Intelletto Assoluto), possiedono sé stessi ma a un caro prezzo.
Il prezzo della libertà è la morte. La Morte è il nuovo Dio. Lambisce ogni vita e la avvizzisce. Il più terribile Dio mai innalzato dagli uomini.
A ben vedere, però, è un Dio di cartone. Non ha scienza alcuna, è sbadata a lasciarsi sfuggire le vite che sono un’offesa per Lei, riprendendosi le sue sostanze le annienta e il Suo sacro ordine, il chaos, non ha rappresentanza adeguata nel mondo[2]. Morte è il Dio più scarso mai apparso, la sua ignoranza è totale, ma questa è la solitudine che divide gli uomini liberi senza padre, ottusi.
Il Tecno-Intelletto Assoluto si accresce della potenza[3] sottratta a Dio e getta agli umani la droga della libertà[4] perché ne siano accecati e li assume come dipendenti. I liberi come li intende il mondo corrente, ossia gli anarchici del primo principio (ritenuto non sistente, ma ritenuto, axios), si uniformano al volere del Tecno-Intelletto Assoluto e al suo ordine che determina il loro ethos (comportamento). Il Tecno-Intelletto Assoluto, infatti, è il primo anarchico del primo principio, il primo cultista della Morte. Morte, ossia l’indeterminazione plasmabile di cui necessita.
L’accoppiata rivela presto lo scadente inciucio metafisico. Le due realtà (Morte e Tecno-intelletto Assoluto) così poste sono incomprensibili. Poste in sintesi sembrano cadere entrambe sotto l’insieme della Morte. Questa però è chaos utopico.
A tutti gli oppositori del Tecno-Intelletto Assoluto: è tempo di rinfacciare a chi sventola i vessilli della Morte l’antico ordine di Dio. Non un Dio scarso qualunque, ma il Dio più antico (mai nuovo). Quel Dio che ha già da sempre esatto l’ethos che vuole e di cui tutti siamo servi[5]. Il Dio che è scienza di sé poiché è Realtà Eterna.
“A morte la libertà, viva Dio[6]!”
[1] Di Dio viene innanzitutto (da sempre) posta in dubbio l’esistenza poiché egli è assunto come la sistenza (ciò che sta immobile) da cui ciò che esiste appunto esce. Dio, la fonte dell’esistenza, così pensata non può mostrarsi (esistere).
[2] Poiché è figurabile un chaos pros ti, non un chaos kath’auto!
[3] Potenza sottratta a qualche Dio scarso. Il Dio onnipotente tutto può ma non ledersi (cosa implicata dal concepirlo come attraversato da dynamis kath’auto).
[4] La questione della libertà è teologica (o ontologica), mica politica.
[5] Che Dio voglia e esiga si dica per dare corpo al discorso. Più corretto sarebbe dire “Essere è” o anche chetarsi.
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@ILLUS. by AKATA, 2020





