CONCEPTUM / EXCEPTUM
Cos’è un concetto? Una parola che etimologicamente significa “mettere insieme”, “raccogliere”, “contenere”, “com-prendere”. La parola Conceptum vorrebbe prendere cose[1] e trattenerle insieme. Ovviamente le cose raccolte devono essere selezionate e astratte[2] dal tutto e, oltre a essere con-tenute e trat-tenute sotto la parola-concetto, deve essere impedita l’infiltrazione di cose non volute in tale parola-concetto, pena l’instabilità, la mutevolezza del preteso concetto o anche la dissoluzione dello stesso nel tutto. Così il Conceptum si accompagna necessariamente all’Exceptum. L’Exceptum deve occuparsi di “estrarre”, di “tagliare fuori” dal Conceptum ciò che in esso non deve essere con-tenuto. In quest’ottica il concetto appare come una parola che indica una porzione astratta del tutto e tenuta da esso distinta, solo nominalmente in virtù della natura della distinzione o differenza[3], dall’Exceptum. Questo a sua volta sarebbe la parola di cui non si parla perché se indagato l’oggetto cui si riferisce si scanserebbe da quella e dalla stessa indagine, sciogliendosi e sciogliendo il Conceptum nel tutto. Così si può dire sia che l’Exceptum estragga cose dal Conceptum, trattenendole nel tutto, sia che estragga cose dal tutto trattenendole nel Conceptum, che dir si voglia.
È possibile dire che vi siano concetti semplici, in cui le cose confluiscono e se sono plurali si sommano o si sovrappongono in un’unità di concetto; tali concetti sono dicibili idee, ossia idee chiare e distinte fintanto che lo sono poiché lo sono solo nominalmente. È possibile dire che vi siano concetti composti, in cui le cose indotte dall’Exceptum si sommino articolandosi, ossia non sovrapponendosi sintetizzandosi e stilizzandosi in uniformità di concetto, ma disponendosi in una composizione complessa. Che è tale poiché l’Exceptum continua a operare all’interno del concetto, aumentando il rischio di sciogliere tale concetto.
Ma oltre le parole vi sono concetti reali, che non siano solo nomi? Come è già emerso nel discorso la composizione dei concetti è opera dell’Exceptum, che tuttavia non da notizia di sé. Nell’impossibilità dell’Exceptum di distinguersi dal tutto che si propone di tagliare e ricomporre, esso è costretto a identificarvisi realizzandosi. Il tutto è il Conceptum che ha nome di Essere, l’Exceptum è anche suo nome e se lo si vuole distinguere allora esso deve essere la parola che indica Nulla, facendosene nome.
Il Conceptum è il Tutto che nulla eccepisce, le parole-concetto sono i nomi che indicano ritagli astratti del tutto se così è, i concetti che appaiono (concreti) sono le forme differenziate del tutto così come esso è.
[1] Vd. Oggetto e Cosa
[2] Vd. Astratto e concreto
[3] Vd. Identità e Differenza


