DEL DISCORSO CHE IL SINDACO DELLA CITTADINANZA TUTTA RIVOLSE A BOSSE-DE-NAGE

In gessato perfetto, l’agile, il cortese e il mai ingessato Sindaco della Cittadinanza Tutta avanzò, braccia spalancate, con un sorriso tanto sincero quanto un sorriso tanto sincero, da predisporre benevolmente anche l’animo del più maligno degli individui maligni.
– Vostra Eccellenza Eminentissima e Reverendissima, siamo onorati di ospitarVi in questa modesta e leggendaria Terra di Cuccagna, luogo la cui opulenza è seconda solamente alla somma inopia dei suoi abitanti!
Con un’accoglienza simile, da essere dissimile rispetto a tutte le altre simili accoglienze – si tratta pur sempre di accoglienza! -, Bosse-de-Nage, cinocefalo babbuino, se ne uscì con un inequivocabile «’HA ‘HA», come a dire: “Che accoglienza calorosa! L’onore è mio essere ospitato da uomini così ospitali!”. Rimasero almeno ore a salutarsi, se non giorni e financo settimane, ma dopo, più o meno, cinque minuti circa dal suo arrivo nella Terra di Cuccagna, il Sindaco della Cittadinanza Tutta ruppe gli indugi, superò i convenevoli e tenne un Discorso così memorabile che tralasciarlo sarebbe uno sgarbo nei confronti di tutti i discorsi memorabili. L’eco del discorso corse per tutte le valli e un nuovo corso si aprì così per i discorsi, facendo discorrere animatamente intellettuali, poeti, retori, politici, filosofi, astrologi, danzatori, raccoglitori di bacche e tutti coloro che discorsero almeno una volta di discorsi.
Il testo del discorso venne riportato sul più rinomato e autorevole quotidiano di retorica discorsiva della Terra di Cuccagna, Il Testo del Discorso, tanto che non ci sembra ozioso riportarne qui il lacerto più impressivo:
[Rivolgendosi a Bosse-de-Nage, cinocefalo babbuino N. d. A.] Saranno almeno quattro giorni – ma che dico? – saranno almeno un numero di giorni maggiore di tre e sicuramente inferiore a cinque che aspettiamo la venuta di Vostra Eccellenza Eminentissima e Reverendissima! Ma, sapete, questa è la Terra di Cuccagna e noi non serbiamo memoria di ciò che non sappiamo e non sappiamo ciò di cui non serbiamo memoria; per cui non serbando memoria di chi avremmo dovuto aspettare nel mentre si aspettava, non sapevamo nemmeno di chi avremmo dovuto serbare memoria di aspettare. Per questo abbiamo aspettato almeno cinque giorni – ma che dico? – saranno almeno un numero di giorni maggiore di quattro e sicuramente inferiore a sei che aspettiamo la venuta di Vostra Eccellenza Eminentissima e Reverendissima! Ma, sapete, questa è la Terra di Cuccagna e noi sappiamo ciò di cui serbiamo memoria e serbiamo memoria di ciò di cui sappiamo; per cui, una volta intravista di lontano Vostra Eccellenza Eminentissima e Reverendissima, e sapendo ciò di cui serbiamo memoria, abbiamo serbato memoria di chi aspettavamo nel mentre si aspettava e abbiamo saputo di chi serbavamo memoria di aspettare. Per questo abbiamo aspettato almeno sei giorni – ma che dico? – saranno stati almeno un numero di giorni maggiore di cinque e sicuramente inferiore a sette che noi si è aspettata la venuta di Vostra Eccellenza Eminentissima e Reverendissima! Di conseguenza, ci siamo attivati con solerzia per accogliere Vostra Eccellenza Eminentissima e Reverendissima così come si addice alla Vostra Eccellenza Eminentissima e Reverendissima (p. 375).
Dopo queste e molte altre alate parole – di cui per ragioni eminentemente di spazio non possiamo dare notizia al gentile lettore -, Bosse-de-Nage si espresse con tutta la sua gioia in un festoso e giubilante «’HA ‘HA».
Sic dicitur
Quella sera stessa, la sera dell’arrivo di Bosse-de-Nage nella Terra di Cuccagna, si dice che un giovane Rappresentante, ventriquattrore elegante e tutto azzimato, sia giunto dal Paese per importantissimi affari e che, avendo trovato le porte dell’accesso principale della Terra di Cuccagna serrate, girati i tacchi, sia disceso, tristo tristo, giù per la via in direzione Paese.
@ILLUS. by FRANCENSTEIN, 2021