DEL PARCO BANCHETTO LUCCULLIANO CHE VENNE OFFERTO A BOSSE-DE-NAGE
È sempre stato il suo sogno. Fin da quando era un giovanissimo cinocefalo babbuino, e il suo tautologico «’HA ‘HA» era ancora affetto da tutte le differenze dalla A alla Z, Bosse-de-Nage, cinocefalo babbuino, aveva sempre desiderato essere parte di un topos letterario. E ora, giunto da pochi minuti nella Terra di Cuccagna e trascorso il tempo dovuto al trascorrere delle quattro stagioni i cui fenomeni atmosferici non possono essere esauriti in quattro stagioni, l’onirica speranza d’infanzia stava per divenire realtà.
La processione procedeva preceduta dal Sindaco della Cittadinanza Tutta, in quella calda notte estiva. Procedura preposta a predisporre l’animo al banchetto, la processione proseguiva per le vie della Città della Terra di Cuccagna in un generale coro di canti suoni filastrocche ninnananne per grandi e piccini, per donne e uomini, per animali selvatici e domestici, per piante da fiori e alberi. In testa al treno festoso il Sindaco della Cittadinanza Tutta intonava il canto festivo del dì di festa che si canta – così vuole la tradizione – sotto festoni svolazzanti legati alle ringhiere delle case senza balconi. Passando nei viottoli e nelle calle di quella Città della Terra di Cuccagna, uomini e donne, nonni e nonne, zii e zie, nipoti di nonni e nipoti di zii, si affacciavano dalle finestre delle loro abitazioni e partecipavano alla processione presieduta dal Sindaco della Cittadinanza Tutta lanciando coriandoli, stelle filanti, lingue di Menelick, chiodi di garofano, chiodi arrugginiti, puntine da disegno, olio caldo e acqua ghiacciata in quella gelida notte invernale.
Bosse-de-nage, cinocefalo babbuino, già si immaginava lo splendore delle portate e il lusso della mis en place. Si ricordava di quel tale Trimalcione – studiato e invidiato ai tempi della sua formazione giovanile al Villaggio – che i suoi Maestri Delle Lingue Avite solevano raccontare essere uomo di gusti finissimi e ricercatissimi, nonché di quello Chef, un certo Apicio, sicuramente stellato, che convinceva il mondo con le sue leccornie. Per non parlare delle torte-fontana, dei dolci-a-forma-di-reggia e degli involtini ripieni di involtini ripieni ripieni di ripieno che allietavano i simposi nelle migliori Corti dei Tempi che Furono!
Siccome trasognato, il Sindaco della Cittadinanza Tutta lo riportò alla realtà: erano giunti nella Piazza del Banchetto. Solitamente coperta con un telo che ricopre anche le case che danno sulla piazza, la Piazza del Banchetto la si scopre solo in occasione del Banchetto: i tavoli erano disposti come sarebbero stati disposti da chi si sarebbe seduto per disporli e l’apparecchiatura rasentava la perfezione: sedia, tovaglia, tovagliolo, sottopiatto, piatto, posate, bicchieri, bottiglie, coppe, pentole, sottopentole, coperchi, padelle e detersivo per detergere i piatti sporchi dal gran mangiare. Appena accomodatosi al fianco destro del Sindaco della Cittadinanza Tutta, da manca un garçon consegnò il menù del giorno a Bosse-de-nage che, meravigliato dalla lucentezza della carta, così lesse:
Anti-pasti: digiuno.
Primi piatti: vengono serviti per primi.
Secondi piatti: vengono serviti dopo i primi piatti. Me se scelti prima dei primi piatti, vengono serviti come primi piatti.
Dolci: dulcis in fundo.
Vini: siamo astemi, quindi birre.
Non sapendo che ordinare in un menù così ordinato, rimase in attesa fiduciosa di un piatto che senza dubbio alcuno avrebbe superato le attese che lo facevano in grado di superare senza dubbio alcuno le attese. E dopo pochi minuti trascorsi ad ascoltare canzoni in lingue sconosciute, ma assai gradevoli, che gli rimembravano le tavolate dei giovani cinocefali babbuini, una flottiglia di garçons invase la Piazza del Banchetto con vassoi pesanti da necessitare due di loro per trasportarlo.
Al vederli, il Sindaco della Cittadinanza Tutta si alzò dal posto, prese una grossa coppa dal vassoio trasportato da tre garçons, e, elevata al cielo, formulò la rituale frase benaugurale precedente ogni banchetto che si rispetti: “Insalata e stai in salute!”. Poi invitò Bosse-de-Nage a fare altrettanto e si scambiarono successivamente la grossa coppa d’insalata. Infine, facendo cocciare le due coppe, diede il là al Banchetto. Bosse-de-nage, cinocefalo babbuino, mangiò l’insalata con così tanto gusto da sentirci tutti i gusti di tutti i piatti: melanzane alla parmigiana, riso allo zafferano, pollo arrosto, insalata e tutti i gusti che non possiamo qui menzionare per non suscitare troppo l’acquolina del gentile lettore che ci avrà seguiti fino a qui.
Del tutto satollo per il lauto banchettare, Bosse-de-Nage, cinocefalo babbuino, digerì con un rumoroso «’HA ‘HA».
Sic traditur
Quella sera stessa, la sera dell’arrivo di Bosse-de-Nage nella Terra di Cuccagna, si tramanda che durante un banchetto – presso una delle abitazioni più in vista del Paese -, a base di caramelle intinte nel caramello per aumentarne gusto e carica zuccherina inventate da quell’ingegnere e da quel dentista, entrambi immatricolati presso la Scuola Superiore dell’Ordine degli Azzimati, gli invitati e l’ingegnere stesso abbiano avuto un accesso di mal di denti e che si precipitarono tutti dal quel dentista, che li stava aspettando sfoggiando un sorriso invidiabile.
@ILLUS. by, FRANCENSTEIN, 2021