DELLA MACCHINAZIONE ARCHITETTATA DA THE BROCK

Lanciatisi all’inseguimento dell’antisportivo The BRock, che li aveva bloccati la settimana scorsa con una battuta – per altro assai fugace salace sagace mordace – di pesca manifestamente truccata per altro (a nulla valse persino la petizione popolare che richiedeva venisse riscritto l’episodio perché troppo politicamente scorretto – c’è chi giura di aver visto The BRock in persona allungare una mazzetta ai coredattori di Arena Philosophika affinché non mettessero mano al testo…), accadde che si dimenticarono del motivo per il quale stessero correndo così concitatamente. A quel punto scelsero di fermarsi per schiarirsi le idee, nel tentativo disperato di rendere ragione di tutta quella fretta che li aveva assaliti così irrazionalmente. Dopo una riunione del CdA della ciurma, pervennero a questa lista di opzioni, tra le quali selezionare quella che avrebbe potuto essere l’autentica motivazione. Esse sono:
- la mamma aveva già buttato giù la pasta e non volevano arrivare in ritardo e mangiarla, così, scotta;
- stavano per perdere il treno che, è lapalissiano, nella Terra di Cuccagna partono sempre un po’ in anticipo;
- si stavano sfidando ad una gara di velocità in preparazione agli imminenti Giochi olimpici;
- volevano provare le scarpe nuove da corsa, recente acquisto della ciurma;
- si sgranchivano le gambe dopo aver camminato per tanto a lungo;
- erano inseguiti dalla polizia o dalla guardia di finanza o dai carabinieri o dai ladri;
- tutto ciò che non compare in questo elenco.
Dopo una attenta analisi di tutte le opzioni messe sul piatto, Bosse-de-Nage, cinocefalo babbuino, ritenne essere la più idonea eziologicamente il “tutto ciò che non compare in questo elenco“. Chiese conferma ai suoi compagni i quali volentieri gli accordarono la bontà dell’opzione e, convintamente concordi, argomentarono tutti a favore della soluzione presa. Ma non essendo riusciti a decifrare cosa non fosse comparso nell’elenco, ed essendo pertanto in balia dell’esito incerto, si rimisero a correre di corsa – camminare correndo fa troppo male alla struttura muscolare dei gastrocnemi – confidando nel fatto che l’attività fisica riattiva la circolazione e permette una migliore irrorazione dei tessuti e degli organi, facilitando l’atto di rammemorazione.
Compatti, avanzavano a velocità sostenuta verso una meta lontana, non compresa nell’elenco delle possibili mete che si erano prefissati di raggiungere alla partenza di questa impresa dai tratti epici. Si slanciavano passando da una foresta ad una palude, da una palude ad una savana e da una savana ad una steppa fino alle estreme latitudini e longitudini della Terra di Cuccagna. Nel frattempo, erano pervenuti in una piana, ove si poteva notare la sapiente mano dell’uomo che aveva modellato quel terreno disboscando interi ettari, invertendo il corso dei fiumi, facendo piazza pulita di ogni animale selvatico ed erigendo torri e bastioni difensivi utili durante le numerose guerre che era solito provocare. Inoltrandosi per quel territorio mirabile, notarono la perfezione dei recinti, la distribuzione geometricamente perfetta delle proprietà, la comprensibile necessità di difendere quei possedimenti con macchinari che riflettessero i più innovativi ritrovati tecnici… Tutto luccicava da non sembrare vero!
Ad un certo punto, si aprì di fronte a loro un prato immenso e verdeggiante, costellato da piante verdi verdi con perline rosse: era una piantagione di ciliegie! Bosse-de-nage, cinocefalo babbuino, da grande esperto quel è di frutta e verdura si avvicinò a controllare il grado di maturazione delle ciliegie e con un festoso «’HA ‘HA» annunciò a tutti che erano al punto giusto per la raccolta e ottime da mangiare. Un dilemma morale si impossessò di loro: è giusto mangiare i frutti di piante che sono di proprietà altrui anche se in quella piantagione si è capitati per caso? È giusto sottrarre una proprietà altrui solo per la curiosità di saggiare la maturazione dei frutti? Erano dilaniati da questi scrupoli etici quando:
– Prendete e mangiatene pure. Non fate complimenti. Qui abbondo di ciliegie. Di certo non andrò alla malora se voi ne prendete qualcuna per merenda!
Alle loro spalle si era avvicinato un signore anzianotto, ma distinto, che così si rivolse loro. Era il proprietario del frutteto e – personcina squisita e affabilissima – lo aveva messo a disposizione per saziare i giovani arrembanti avventori. I quali non se lo fecero ripetere due volte e iniziarono ad assaggiare quelle cerase perfettamente mature. Ma dal momento che, come si suole dire, una ciliegia tira l’altra, si ritrovarono a trangugiarle con una voracità e velocità inaudite.
Stavano ancora addentando i frutti quando a Bosse-de-Nage venne una connessione che lo agghiacciò: la personcina squisita e affabilissima era molto somigliante al proprietario della locanda sul lago, talmente somigliante da… essere il proprietario della locanda!!! Che alla fine si era rivelato essere nient’altri che il malvagio The BRock che mollava tutto per andare a scrivere su Arena Philosophika! Dunque – così ragionò facendo appello al principio di transitività- se il possidente terriero era il locandiere e il locandiere The BRock, allora il possidente era The BRock! Appena si accorse del pericolo che stavano correndo intimò a tutti i suoi compagni con un intimidatorio «’HA ‘HA» di smettere immantinente di mangiare ciliegie. Ma era ormai troppo tardi. Le cerase erano già state divorate e il loro effetto collaterale era ormai in atto: vide tutti i suoi compagni accasciati a terra in preda a forti dolori alla pancia.
Piegato in due dalle fitte, Bosse-de-Nage lanciò un «’HA ‘HA» addolorato, riconoscendo che, almeno per la pubblicazione di questa settimana, lo scorretto The BRock aveva riportato una vittoria schiacciante…
@ILLUS. by FRANCENSTEIN, 2021