FRIEDRICH W. J. SCHELLING – L’ASSOLUTO NON PUÒ ESSERE DIVERSO DALL’ASSOLUTO
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Se si vuole conservare uno spazio libero al di fuori della filosofia, affinché l’anima possa colmarlo con la fede e con la devozione, è giusto porre, al di sopra dell’Assoluto e dell’eterno, Dio come la potenza infinitamente più alta di quello. È però evidente che al di sopra dell’Assoluto non ci può essere nulla, e che quest’idea, non per ragioni contingenti, ma per la sua stessa natura, esclude ogni limitazione. Anche Dio, infatti, sarebbe poi, a sua volta, assoluto ed eterno, e l’Assoluto non può essere diverso dall’Assoluto, l’eterno dall’eterno, perché questi concetti non sono concetti di genere. Ne consegue necessariamente che l’Assoluto non si è manifestato veracemente come tale a chi pone ancora, al di sopra dell’Assoluto della ragione un altro assoluto come Dio, e che è semplicemente un inganno se gli dà ancora questo nome, che per la sua natura può designare soltanto un’unica cosa.
Che cosa può dunque significare quell’idea dell’Assoluto quando viene rappresentato sì come Assoluto, ma senza che lo si riconosca insieme come Dio?
Quelli che vogliono giungere all’idea dell’Assoluto attraverso la descrizione che ne dà il filosofo, cadono necessariamente in questo errore, perché ne esigono sempre soltanto una conoscenza condizionata, mentre non è affatto possibile una conoscenza condizionata dell’incondizionato. Ogni descrizione dell’idea di Assoluto può essere fatta soltanto contrapponendola a ciò che non è Assoluto […] tale descrizione è soltanto negativa e non presenta mai nell’anima l’Assoluto stesso nella sua vera essenza.
[Friedrich W. J. Schelling, Filosofia e Religione, 1804]
@ILLUS. by PATRICIA MCBEAL, 2021