IL DIO SENSIBILE – EMANUELE DATTILO

Il dio sensibile. Saggio sul panteismo, libro di Emanuele Dattilo, Neri Pozza, Febbraio 2021
«Che cos’è il panteismo? Una nozione oscura e vaga, che afferma la contraddittoria unità di dio e del mondo e che ci è nota essenzialmente attraverso l’implacabile critica dei teologi, o qualcosa che dobbiamo ancora pensare nella sua verità? Il grande merito di questo “saggio sul panteismo” è di formulare da capo con sobrietà e chiarezza le condizioni che lo rendono pensabile. Una lettura attenta e, insieme, serrata delle sue folgoranti apparizioni nella storia del pensiero, da Davide di Dinant a Giordano Bruno, da Avicebron a Spinoza, da Scoto Eriugena a Campanella mostra che il panteismo non è una dottrina su Dio, ma il tentativo di pensare l’identità di mente e materia; non è una tesi sull’identità fra un Dio ubiquo e senza luogo e i luoghi del mondo: è, piuttosto, il tentativo di pensare l’aver luogo di ogni cosa in Dio e, insieme, il farsi sensibile di Dio in ogni cosa. Il panteismo è, allora, la revoca di tutti i dualismi (sensibile/intelligibile, materia/forma, essere/pensiero, soggetto/oggetto, causa/effetto, ma anche: sacro/profano, bene/ male) su cui la cultura occidentale ha fondato la sua inaudita potenza e, insieme – com’è oggi più che mai evidente – il suo rovinoso fallimento. In questo senso il panteismo non è una filosofia: è la filosofia, insieme prima e ultima, una sorta di filo rosso che traversa tutta la trama del pensiero e non può esserne tolto senza che tutto il tessuto – il testo – si laceri. E il lettore che avrà seguito l’acrobatica, puntigliosa argomentazione di Dattilo vedrà alla fine apparire limpidamente davanti al suo sguardo quel dio sensibile, che non è altro che la vita – unica, amorosa e incandescente – della mente e della materia».
Giorgio Agamben
Un saggio storico-teoretico che sfiora i tempi antichi per rivolgersi all’ontologia eterna
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Neri Pozza, 2021
Come si dice in ebraico, gadol (grandioso)! Non l’ho letto, ma correrò a comprarlo. Simone, aspettiamo una tua recensione più precisa!
Due suggestioni: 1) che Dio sia il luogo dei luoghi è presente anche nella tradizione rabbinica, che infatti Spinoza richiama in una lettera dove si difende dall’accusa di aver identificato Dio con la materia, sic et simpliciter. Ma in quella tradizione Dio poi si ritrae per far emergere il mondo. 2) Se il panteismo è l’abolizione dei dualismi che hanno attraversato la storia della filosofia, che dire allora della fenomenologia che ha abolito il dualismo tra fenomeno e cosa in sé, rendendo quest’ultima appunto “visibile”?