IMPRESCINDIBILITÀ ONTOLOGICA DELLA METAFISICA DELL’EMERGENZA

Estratto da Metafisica dell’emergenza di Erica Onnis, Rosenberg & Sellier, Torino 2021.
Non ricordo esattamente quando lessi per la prima volta di fenomeni emergenti, né in quale libro o quale autore. Capitò, tuttavia, in quell’intervallo di tempo che separò la mia laurea magistrale dal concorso per il dottorato. Se all’epoca della tesi non avevo alcuna idea al riguardo, infatti, ecco che l’emergenza compare nel progetto di dottorato, dedicato alla coscienza e a una sua interpretazione in chiave emergentista. A studiare davvero la coscienza, tuttavia, non arrivai mai. Nonostante le premesse e lo smisurato ottimismo, presto mi accorsi che l’emergenza non era un semplice strumento concettuale utilizzabile per fare chiarezza sulla coscienza, ma richiedeva essa stessa un’analisi approfondita che mi avrebbe occupato negli anni successivi, lasciando ben poco tempo ad altro.
Ricordo che all’inizio del dottorato, durante un pranzo insieme ai miei colleghi, uno di loro mi chiese, incredulo, se ci fosse ancora qualche emergentista in circolazione. Io snocciolai i pochi nomi che allora conoscevo (Paul Humphreys, Mark Bedau, John Searle), ma la mia risposta non sembrò convincerlo. L’emergentismo, nell’immaginario collettivo, era roba vecchia e rivelava i limiti di una conoscenza della natura ingenua e lacunosa.
Qualche anno più tardi, durante il periodo che trascorsi all’Università di Lisbona, David Yates, che aveva appena vinto un progetto di ricerca sull’emergenza nelle scienze naturali, mi disse: «Qualche anno fa nessuno era emergentista, mentre oggi è soltanto una questione di che tipo di emergentista sei». I tempi stavano cambiando e a conferma di ciò sarebbe bastato guardare la quantità di ricerche dedicate all’emergenza prodotte negli ultimi dieci anni. Se SCOPUS, nel 2010, registrava circa 12.000 documenti richiamati dal termine emergence, il numero balza a più di 21.000 nel 2019 e infatti, negli ultimi anni, si parla di emergenza un po’ ovunque: in molte aree della filosofia (metafisica, filosofia della mente, filosofia della scienza e delle scienze speciali), ma anche della scienza, se si pensa all’uso che viene fatto di questo concetto in fisica, chimica, biologia e in tutti quei settori che coniugano prospettive interdisciplinari come gli studi sui sistemi, sulla complessità o sull’intelligenza artificiale.
Va notato, tuttavia, che questo fiorente dibattito e questa estesa letteratura non sono arrivati in Italia. Di emergenza non si parla quasi, non ci sono molti autori che se ne occupino né libri dedicati all’argomento, originali o in traduzione. Lo scopo di questo volume è quindi (iniziare a) colmare questa lacuna. Esso si propone di introdurre il pubblico italiano al tema dell’emergenza, fornirgli gli strumenti per orientarsi all’interno del dibattito, sorto poco più di un secolo fa e sempre più vivace e ingarbugliato, e fornirne, infine, una chiave di lettura che permetta di integrare le numerose interpretazioni del fenomeno, spesso apparentemente inconciliabili […]
Vediamo quindi come definire l’emergenza, anche se in via provvisoria:
EMERGENZA: L’emergenza è un processo o uno stato che coinvolge entità esistenti a diversi livelli di realtà, legate da relazioni di dipendenza parziale e in grado di manifestare un qualche tipo di novità.
Come ho precedentemente accennato, questa definizione è provvisoria poiché vaga: cosa sono i livelli di realtà? Di che tipo di relazione di dipendenza si parla? E cosa significa manifestare novità?
Questo libro vuole rispondere a queste domande. Molti dei concetti che la definizione introduce, insomma, vanno chiariti e sostanziati e, come vedremo, a seconda delle interpretazioni date all’emergenza dai diversi autori che prenderemo in analisi, questi concetti acquisiranno significati diversi. Un approccio all’emergenza che voglia essere descrittivo, quindi, sarà anche pluralista, non solo perché l’emergenza si dà in domini e in modi diversi, ma perché, conseguentemente, ne sono stati formulati diversi modelli e diverse rappresentazioni. L’idea complessiva che vorrei anticipare è che l’emergenza non dovrebbe essere pensata come qualcosa di eccezionale, responsabile di fenomeni sorprendenti e straordinari quali la vita e il pensiero (questi erano i fenomeni emergenti per eccellenza secondo gli emergentisti britannici). Fra le proposte teoriche di questo libro c’è quella secondo cui l’emergenza non è un’anomalia in seno a un sistema naturale composto da fenomeni esaustivamente decomponibili, riducibili e lineari, ma è, al contrario, un modo piuttosto comune in cui la materia si struttura e si organizza. Per questa ragione il nostro compito non è quello di ricavare nelle nostre ontologie un angolino ad hoc perché essa non ne rimanga esclusa: il riconoscimento di fenomeni emergenti a tutti i livelli della realtà, dai più semplici ai più complessi, ci impone piuttosto di rivedere i principi metafisici su cui poggiano alcune delle nostre visioni del mondo per ammettere questa forma di organizzazione all’interno delle nostre ontologie.
@ILLUS. by PATRICIA MCBEAL, 2021
METAFISICA DELL’EMERGENZA