KARL JASPERS – CHIARIRE LA FEDE È MODELLO PER UN AUTENTICO FILOSOFARE

Pensare Dio significa chiarire la fede. La fede non è però una visione. Essa resta nella distanza e nella domanda. Vivere in base ad essa non significa appoggiarsi a un sapere calcolato, ma vivere rischiando tutto sull’esistenza di Dio. Credere in Dio significa vivere sul fondamento di qualcosa che in nessun modo esiste nel mondo all’infuori che nell’oscuro linguaggio di quei fenomeni che sono da noi designati come cifre o simboli della Trascendenza. Il Dio della fede è il Dio lontano, il Dio nascosto, il Dio indimostrabile. Pertanto non solo devo riconoscere di non possedere un sapere intorno a Dio, ma anche che non so se credo. La fede non è per nulla un possesso. Essa non include alcuna sicurezza di sapere, ma soltanto certezza nella prassi della vita. Colui che crede vive perciò nella costante equivocità del mondo oggettivo e nel durevole abbandono all’ascolto. Egli è arrendevole nell’abbandono alla parola e, nello stesso tempo, imperterrito. È duro nelle vesti della debolezza e aperto nella decisione della sua vita effettiva. Pensare Dio è, nel contempo, il modello di ogni essenziale filosofare; esso non porta la sicurezza del sapere, ma l’assegnazione all’autentico esser-se-stesso del libero campo della sua decisione; esso erige a centro del mondo l’amore e la lettura dello scritto cifrato della Trascendenza, nonché la grandezza di ciò che sorge in cospetto della ragione. Per questo motivo tutto ciò che è filosoficamente detto ci appare tanto misero. Esso infatti richiede il completamento da parte del nostro essere di ascoltanti. La filosofia non ha nulla da dare, può solo risvegliare. Essa può inoltre ricordare, consolidare e aiutare a convalidare. Ognuno comprende in essa ciò che in realtà già sapeva

[K. Jaspers, Introduzione alla filosofia]

Nella traduzione di Pietro Chiodi edita Raffaello Cortina Editore.

Ipse dixit

@ILLUS. by PATRICIA MCBEAL, 2020