LA MALEDIZIONE DEL RIONE QUARENZIO (cap III)

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Dalle foto del loro capirono che erano giovani. Si chiamavano i Ghost Hunters, erano in 4. Li contattarono via mail la risposta non tardò ad arrivare. Il giorno seguente sarebbero arrivati con tutte le loro apparecchiature per svelare il terribile mistero.
Arrivati in città con un furgoncino si presentarono al gruppo.
«Ciao a tutti io sono Pietro il fondatore, questi sono Sca, Viktoria e Soda.»
Gli spiegarono tutto nei minimi dettagli.
Mostrarono a Viktoria la foto, lei era l’esperta di foto maledette, ma nulla, analizzandola con uno strumento con luce al neon non trovò nulla.
«Forse è il posto maledetto, portateci lì.» – disse Sca.
Arrivati in via De Filippi, spiegarono la storia dei murales, delle gare. Soda stava sondando con una specie di cerca-tesori il muro quando l’attrezzo fece un rumore che diventò sempre più forte.
«Qui qui!» – urlo Soda!
Corsero tutti. Si erano fermati davanti al murales di Andrey. Che potenza dice il lamiometro disse Pietro. Soda sconvolto lo passò a Viktoria che lesse il risultato: «10 su 10 abbiamo a che fare con fantasma potentissimo!»
«Che cos’è tutta sta roba? Spiegateci!» – Urlò Filo.
«Questo strumento individua le particelle di Robbynson, particelle che i fantasmi lasciano nell’aria.» – disse Sca.
«10 su 10 è un fantasma potentissimo, raramente se ne vedono di così potenti.» – concluse Viktoria.
La figura del murales prese vita all’improvviso, uscendo dal muro e formandosi davanti ai loro occhi come una vera e propria persona. Era Andrey Cecheryn.
«Non sono un banale fantasma, sono un demone.» – disse Andrey con voce satanica.
«Oh porca puttana!» – disse Pietro prendendo dalla tasca sei pantaloni una strana pistola e puntandola contro il demone.
Andrey alzò il braccio verso Pietro, il quale si puntò l’arma in bocca.
«Fermatelo!» – urlò Luca.
Soda prese la sua pistola ma il demone gliela tolse dalla mani con un gesto, lanciandogliela lontano.
Ritornò su Pietro, che premendo il grilletto si sparò in bocca. La testa gli esplose in mille pezzi.
La mano di Andrey si girò verso Soda, la sua testa iniziò a girare fino a fare una rotazione di 180°, spezzandogli il collo con un altro gesto gli aprì la mandibola e gli spaccò tutti i denti. Cadde a terra vicino al cadavere di Pietro. Andrey fece roteare i denti di Soda in aria e gli scaraventò contro Sca e Viktoria trafiggendogli la testa.
«Adesso tocca a voi, miei cari. Tocca a te Lello!»
«Chi cazzo sei?!!» – gli rispose.
Sono Koperg, un demone rumeno che ha bisogno di 9 anime di ragazzi giovani per sopravvivere, unite da uno stretto legame di amicizia. Ogni 5 anni devo fare tutto questo, sennò la mia anima scompare per sempre spiegò il demone Koperg.
Sono venuto in questo quartiere, attirato dalla vostra amicizia. Durante la premiazione con tutto il quartiere ha maledetto le anime di tutti i presenti, qualunque fatto strano sarebbe passato in scioltezza, la polizia non avrebbe indagato, i vostri genitori sarebbero stati normali come tutto il resto delle gente. Voi eravate gli unici non presenti insieme al fotografo, quindi la maledizione non vi ha colpito.
Ma adesso basta, alzò la mano verso il petto di Lello che si strinse, urlò di dolore. Il petto si strinse fino ad esplodere, il corpo di Lello cadde in strada diviso in due. Fabio si scaraventò contro Koperg, però con una spinta lo cacciò lontano. Non è il tuo turno! disse a voce alta, avvicinadosi a Vane. Guardami gli ordinò il demone, Vane non riuscendo a controllare gli occhi lo fissò. Gli staccò gli occhi dalla retina, caddero a terra insieme a Vane. Con un gesto gli spezzò il collo.
«Nooo!» – urlò Filo
Il demone gli bloccò tutto il corpo, con una tagliò l’aria decapitando Filo.
«Adesso è il turno tuo Fabio!» – volò su di lui fermandosi di fronte alla sua faccia. Tremava. Gli prese le braccia e gliele staccò, le buttò a terra, Fabio urlava, versava sangue dalle spalle senza braccia, Koperg gli mise una sul petto e con un colpo lo scaraventò contro il muro, uccidendolo.
«Adesso tocca te Luca.»
Luca prese la pistola dal corpo di Pietro e la puntò contro il nemico che su mi mise a ridere. «Ahahahah, non hai proprio capito nulla, sono troppo forte, non mi fa nulla, dai sparami.»
Luca mirò la faccia di Koperg.
«Fallo!!» – Urlò Viki da dietro il demone. L’indice di Luca tremava sul grilletto, il volto era cosparso di lacrime. – «Fallo!!!!!» – urlò ancora più forte Viki.
«Dai fallo! Sparami così poi ti uccido» – disse il demone «fammi il solletico in faccia! Ahahahah»
Luca avvicinò ancor di più la pistola alla faccia, all’improvviso la spostò di poco a destra e sparò uccidendo Viki sul colpo.
Cadde a terra, piangendo, con le mani si copriva il volto.
«Noooooo! Nooooo!» – urlò – «non è possibile. Dovevi morire tu per prima» – disse allungando la mano su Luca chino per terra. Ma gli si blocco a pochi centimetri dalla sua faccia, il braccio come tutto il corpo iniziò a bruciargli, pian piano diventò cenere e si dissolse nell’aria. «Non è possibileeeeeee!!!»
1 anno dopo
Luca era seduto su un letto, gli occhi guardavano il vuoto fuori dalla finestra del manicomio, non parlava più, era dimagrito, solo chiuso in una stanza in attesa della morte che sarebbe arrivata il più tardi possibile.
FINE