CHI NON INCONTRÒ BOSSE-DE-NAGE IN SU LA VIA PER LA TERRA DI CUCCAGNA

Uscito dalla locanda, zaino in spalla, e sotto un sole cocente tipico dei primi di luglio per quelle longitudini, Bosse-de-Nage, cinocefalo babbuino, benedì l’Illustre Messer Messaggiere nonché del Re Palafreniere per avergli donato quell’impermeabile caldo caldo per proteggerlo da quelle giornate settembrine di neve dicembrina e dalla terribile nebbia zuppa-di-piselli ottembrina. Difatti, contrariamente al sentir comune, Bosse-de-nage, anche grazie ai suoi precoci studi di ottica confermati dai recenti studi sulla Termo-dinamica, era sempre stato avverso alla scelta di vestirsi con abiti corti e leggeri durante l’estate, preferendo un abbigliamento maggiormente spesso e protettivo (cappotti, berrette e guanti) per contrastare gli effetti nocivi dell’esposizione ai raggi solari.
Ci sembra cortesia riportare un breve estratto di un suo articolo di gioventù, La luce solare alla luce della nozione dell’angolo d’incidenza su di un corpo solido in movimento, dedicato all’argomento:
Se per raggio d’incidenza si deve intendere la proiezione a spirale della divaricazione rimbalzante sul corpo solido, e maggiore è l’angolo di radiazione, maggiore è il rischio, ne si conviene chiarissimamente che riducendo la superficie di proiezione, minore sarà conseguentemente la spirale della divaricazione e con essa l’angolo di radiazione, che minimizza il rischio.
Riflettendo su queste cose, ripensò alle parole di quel gentiluomo nella locanda che gli aveva riferito dell’esistenza di lì a cinque chilometri che sembreranno cinque e mezzo, del Gran Visir di Tutti i Contadini, uomo «luminare e luminoso, rispettato e rispettoso» secondo quel vecchio adagio, che avrebbe potuto rivelargli tutti i segreti dell’arte agricola di cui Bosse-de-Nage era gran cultore fin dalla più tenera età. Sotto l’insegnamento dei saggi anziani del suo villaggio, aveva passato la sua infanzia a leggere e ad applicare le regole contenute nel De Agricoltura di quell’encomiabile Catone che gli aveva fornito competenze necessarie per avventurarsi in sperimentazioni più ardite supportate sempre più dalle abilità acquisite nelle scienze naturali: ottica, fisica, metereologia. Con un gagliardo «’HA ‘HA» si strinse nell’impermeabile e forte delle sue certezze scientifiche si incamminò, fiducioso di incontrare quell’uomo così rimarchevole.
Saranno state le 12 che sembravano almeno le 13, e aveva già percorso cinque chilometri e mezzo che sembravano almeno sei e mezzo, quando si imbattè in un grande campo la cui estensione era l’infinito e la cui precisione nella disposizione delle colture semplicemente perfetta. Convinto di esser giunto finalmente nel campo del Gran Visir di Tutti i Contadini, lo chiamò con un «’HA ‘HA» che proveniva dal più profondo delle sue speranze e attese, paure e timori, causalità e casualità, relatività e quantistica. Si presentò, dopo non pochi minuti che son sembrati almeno pochissimi, un vecchietto vecchissimo, gobbissimo e barbutissimo, con mani paffutissime e callosissime che con con tono acutissimo e sgradevolissimo apostrofò Bosse-de-Nage, loquace cinocefalo babbuino, con parole semplicissime:
– Non c’è nessun Gran Visir di Tutti i Contadini, sono molto desolato. Esistiamo noi contadini che lavoriamo, e basta.
E vista la delusione sul volto di Bosse-de-Nage per il mancato incontro, il vecchietto vecchissimo, gobbissimo e barbutissimo, con mani paffutissime e callosissime gli si rivolse con parole chiarissime:
– Tra qualche chilometro che sembreranno almeno più o meno i chilometri che non sembrano, ci dovrebbe essere l’accesso principale alla Terra di Cuccagna; lì troverai quel che cercherai.
Rianimato da tali parole, Bosse-de-Nage ringraziò con un sincero «’HA ‘HA» e immerso nel suo impermeabile caldo caldo per proteggerlo da quelle giornate settembrine di neve dicembrina e dalla terribile nebbia zuppa-di-piselli ottembrina, si incamminò in un caldo pomeriggio agostano.
@ILLUS. by FRANCENSTEIN, 2020