KARL JASPERS – L’ESISTENZA DELLE CIFRE
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La caratterizzazione della cifra separa il significare da ciò che in esso viene significato, ma questa distinzione è falsa. Se chiamiamo le cifre “linguaggio”, l’ascolto delle cifre è esso stesso una metafora per qualcosa di solamente analogo, in sé completamente diverso all’interno del rapporto della nostra essenza con la percezione dell’essere nelle cifre. Il significare delle cifre non è tale che qualcosa di presente significhi un assente, che qualcosa che sta al di qua significhi qualcosa che sta al di là; piuttosto, esso sta nell’attualità pura e semplice, la quale non è più traducibile nella conoscenza di qualcosa. L’esser-cifra è un significare che non significa nient’altro. […]. Da ciò però emerge che nessuna interpretazione è sufficiente. La cifra è un significare infinito, al quale nessuna interpretazione è adeguata, e che anzi nell’interpretazione stessa richiede un movimento infinito dell’interpretare. L’interpretare non è una forma di conoscenza del senso della cifra, me è esso stesso un fare metaforico, un gioco. Interpretare è impossibile: l’essere stesso è presente, la Trascendenza. Essa non ha nome. Se ne parliamo, abbiamo bisogno di infiniti nomi che inevitabilmente rimuoviamo subito dopo. Ciò che significa è esso stesso essere
[K. Jaspers, Della Verità]
Nella traduzione di Diego D’Angelo edita Bompiani.
@ILLUS. by PATRICIA MCBEAL, 2020