PERCHÉ BOSSE-DE-NAGE PARTÌ PER LA TERRA DI CUCCAGNA
Lo scandalo che seguì alle rivendicazioni economico-finanziarie di Bosse-de-Nage, cinocefalo babbuino, risuonò per tutta la regione e oltre. Era sulla bocca di tutti il maltrattamento pecuniario al quale era stato sottoposto, a suo dire, l’inventore che aveva scoperto, dopo studi assai lassi e impegnativi della durata di sette settimane che son sembrate almeno otto, le scoperte della termo-dinamica, scoperte ormai da gran tempo.
A lungo ricercato da testate giornalistiche varie e spesso ospitato nei salotti a bene delle Conference Talk Show delle migliori televisioni del Paese, Bosse-de-Nage decise di sciogliere le riserve e dare libero sfogo alla sua ira con un quanto mai ficcante «’HA ‘HA», riportato dalle colonne della rivista più autorevole del Paese in materia economica, La Gazzetta dello Squattrinato, la quale decise di pubblicare tutte le parole che Bosse-de-Nage aveva detto nel dire «’HA ‘HA». Dal momento che l’operazione avrebbe dato vita ad un numero troppo grande per essere pubblicato, si è deciso di riassumere nei tratti salienti le pregne affermazioni cinocefalee. Tuttavia, tenendo conto del fatto che il sunto di un dire infinito avrebbe generato un altrettanto infinito sunto – tanto stupido quanto stupida la mappa in scala 1:1 di quell’illustre scrittore – si è scelto di riportare a p. 43 una sola frase che ci sembra buona creanza qui citare per intero:
[c]’è chi può e chi non può e chi non può non può potere; di contro, chi può può non potere, ma chi non può non può potere, per cui c’è chi non può e non chi può!
Bosse-de-Nage con questa potente affermazione non metteva in dubbio che le sue invenzioni rappresentassero una possibilità per chi ne avesse avuta la possibilità; quello che lo infastidiva era il compenso assegnatogli per aver offerto una possibilità a chi ne avrebbe avuta la possibilità: una cifra spropositata e del tutto contraria al matching d’intensità! Come poter calcolare poi il tasso d’impossibilità per chi avrebbe avuto l’impossibilità di cogliere quella possibilità per chi ne avrebbe avuta la possibilità?
Su questo cruccio meditò a lungo. L’opinione pubblica, come è prevedibile quando un affaire di tali dimensioni e di così vitale importanza per il Paese detona in tutta la sua riluttanza, si divise: chi difendeva Bosse-de-Nage sostenendo la sua rischiesta di minori entrate e chi, dal canto loro invidiosi per la gloria del cinocefalo babbuino, riteneva fosse cosa buona e giusta riconoscerne il valore e l’ingegno con una giusta mercede. Lacerato da questo conflitto che stava trascinando il pease sull’orlo della rovina – a tanto arriva l’odio o l’amore per una personalità di prestigio – scelse di passare le sue giornate, almeno otto che sembrarono sette, in una bettola del centro cittadino, al riparo da occhi indiscreti.
E qui, tra una bevuta e l’altra, le venne per le mani una mappa antica, di quelle che aveva sognato nell’infanzia e di cui aveva sentito parlare quando non era ancora in grado di pronunciare un «’HA ‘HA» completo. La mappa era la cartina in scala 2:1 della Terra di Cuccagna – una piccola nota è qui necessaria: la Terra di Cuccagna è un topos letterario. Si dice che lì si viva felicemente per tutta la vita che deve essere vissuta e che la ricchezza immensa del suo popolo e le amenità del luogo siano seconde solo all’infinita povertà e alla severità dell’ambiente [N. d. C.] – con le sue vie di accesso e una precisissima raffigurazione della Selva Caosmotica che la circondava. Memore delle notti passate ad ascoltare gli anziani del villaggio raccontare le più mirabili leggende su quel paese leggendario, con un piglio mai visto prima in un cinocefalo babbuino, prese la sua decisione: sarebbe partito per la Terra di Cuccagna.
@ILLUS. by FRANCENSTEIN, 2020