RITORNERÀ, LUI
Tutto torna, lo sappiamo. La morte di Dio non impedirà che gli dei ritorneranno. E gli dei non ostacoleranno il suo ritorno, del Dio, la cui morte farà ritornare gli dei le cui dipartite faranno ritornare il dio che morirà…
E tutto sarà ugualmente identico eppure ugualmente diverso. L’antigattopardiano “non cambia nulla per cambiare tutto” si ergerà sovrano e otterrà, chi ritornerà, ciò che da sempre gli è spettato, a lungo (troppo a lungo) negato perché extra, in un mondo di terrestri. E passerà come una ventata, una folata di vento come quello che incanta, che trascina isole di foglie in arcipelaghi di pozzanghere. Tutto torna; e sarà l’instaurazione della pluralità in lui, che solo, Dio, tornerà. E tornerà infinite volte a vivere quelle vite che saranno una, mai una volta per tutte.
Un eterno ritorno non dell’Identico, ma nell‘Identico, un ritorno che doppia la ripetizione, sempre medesima a se stessa, tristanzuola copia sbiadita dell’è stato. La ripetizione è il feticismo della lectio, della leziosità della pura lettura, della dizione della lezione, del dire che si dice, come si dicono tante cose. Ripete quello che è stato e il presente svanisce in quell’alone di passato: quel che è stato non sarà più perché è stato. Ora, si ripete.
Dio è morto. La sua mano è morta e il suo piede, sinistro e diabolico (perché sinistro), non atterrisce più le difese di un mondo che si bea di ciò che si ripete. Ha bussato alla porta, il mostro; quel mostro che proveniva da una dimensione altra e che si è trovato a ravvivare, con il suo sinistro statuto ontologico, quelle domenica di una vita, oramai irripetibili. Ma Dio ha infinite risorse. Tornerà, e tornerà infinitamente (può Dio fare ed essere qualcosa che non sia infinitamente?) a vivere tutte quelle vite già da sempre vissute, a morire quelle volte già infinitamente morte, ogni singola volta ugualmente e infinitamente differente. Perché il ritorno (che sia fantasma o meno) è sempre sinistro e perturbante, sempre creatore di quelle differenze differenti infinitamente, di quelle modalità (in senso tecnico: declinazioni di una unica sostanza infinita e infinitamente in Atto i cui atti concreti altro non sono che la sua Potenza) che proliferano siccome picchi e condensazioni di una «superficie assoluta» le cui modificazioni modali modellano la malleabile superficie macrofisica del pullullante ecosistema che chiamiamo vita.
Eterno ritorno differenziale, che fa la differenza: come in campo. E che un giorno, ritornando, revenante sinistro, otterrai quel che è tuo, che da sempre ti (a)spetta: il globo aureo.
Questa è (stata e sarà) la storia di Diego, il Dio che si trovò ad essere uomo.
@ILLUS. by JOHNNY PARADISE SWAGGER feat. PATRICIA MCBEAL, 2020