ANASSIMANDRO – (Sonetto II)

Degli esseri il principio è l’infinito.
Ed ogni cosa paga a l’altre il fio
d’ esser tra noi presente. Stabilito
il tempo acconcio per l’addio
esausta all’apeironio tornerà.
Così l’abisso ingenera e reclama
ognun che nasce e poi perir dovrà.
È sol, ciò che noi siamo, un’orba brama
d’infausta volontà, risacca eterna
di pace e di tormento, giostra atroce
sospinta dal disio che ci governa.
E par d’udir di Teognide la voce
che all’uomo suggerì, la porta inferna,
d’aprirla e traversarla assai veloce.
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