BELLO FIGO VUOLE GODERE VERAMENTE

Bello FiGo si porta avanti e pensa all’estate, 2021 forse, in vista del riskio fiasko dell’estate 2020 (?), causa coronavirus.
Si coccola nell’attesa del raccolto del 2021 (forse) e pensa ossessivamente a ciò che più lo attrae: freshi grossi culi di fighe bianche. Uno dei motivi martellanti della sua poetica, senza troppi giri di parole.
Omo sanza lettere? E proprio per questo omo de Sostanza?
Bello FiGo è curioso, osserva le forme mutevoli e svariate della artifiziosa Natura. Desideroso, è spinto ad addentrarsi, nella caverna: egli intende farsi radura di qualche miracolosa cosa. La sua mania è maggiore (e quindi inclusiva) della poesia, della pittura, della stessa musica, si fa mantra in aperta polemica con i letterati della parola. Poiché anche se le parole potessero estendersi per abbracciare l’intera Realtà, non lo potrebbero fare con un unico linguaggio.
Bello FiGo è un combattente. Combatte per la conquista della Realtà “mondo”. Ma, a ben vedere, questo non è ateismo, bensì volontà del raggiungimento e della conquista totale e definitiva anche di Dio.
Egli è poeta morbido, per Nulla affilato. Per questo è schietto è antibarocco.
Differenza fondamentale tra il poeti barocchi e il Nostro è il suo diverso, opposto atteggiamento nella valutazione del mondo: i primi non tendono, non cercano, non apprezzano la realtà; Bello FiGo al contrario questa realtà vuole e desidera, di questa realtà non può fare assolutamente a meno. Se nei primi prevale un atteggiamento intellettualistico, nel secondo domina soltanto la concreta esigenza di vita vissuta.
E la concreta esigenza si mostra quale apparizione discreta. (E)stasi determinata.
Bello FiGo vuole godere veramente, vuole trovarsi dinnanzi alla ben Rotonda Verità. Volontà scolpita la Sua.
La consapevolezza dell’Assoluto non può che intendersi quale il suo stesso Essere. Non si dà strada verso la consapevolezza. Quella se è tale costituisce ogni percorso. Giungere a consapevolezza significa dunque sapere che il Sapere dell’Essere è Essere? Tutte le Sue figure porzioni di Sapere equivalenti comprensive le una dell’altra? Quale magra meta… meglio la ben rotonda Verità: Incandescente Divino Culo che ha eternamente in sé tutti i colori (pure il nero!).
ABISSO DEL SENSO
APOTEOSI DEI SENSI
Citazione di Sergio Lupi, tratta da S. Lupi, Un precursore: Johann Christian Günther, Lezioni raccolte a cura della dott. Gemma Manganella, Raffaele Pironti & Figli – Napoli, 1946. A proposito di J. C. Günther, sostituito con Bello FiGo.
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@ILLUS. by PATRICIA MCBEAL, 2020
Godersi la figa, per un maschio è sacrosanto, basta non farlo per potersi poi godere i figli di quella figa: vuol dire riempirla di duro cazzo senza con ciò rendere dura la vita a qualcuno.
Così parlò Dexistens.
Ogni volta che un bel cazzone piacente riempie una bella figona compiacente facendola godere senza metterla incinta, lo mette in culo alla vita!
Così parlò il vostro Profeta, o desistenti; così parlò Dexistens.
Infatti il riferimento alla ben rotonda verità non può che essere un riferimento non alla triangolarità delle spelonca (il triangolo ha in sé le δυνάμεις), ma alle internettiane pesche! Puoi godere, e veramente, senza correre il rischio di renderla dura a chi verrà! Verrà nessuno, a parte chi gode della Verità…
Vedo che su questo siamo tutti d’accordo; peccato però che, a forza di godere senza procreare, alla fine non godrà più nessuno. Ma guarda un po’ cosa mi tocca dire!
E comunque, desistenzialmente: GODE BEN CHI GODE ULTIMO!