CAFFÈ FILOSOFICO 2022 (LICEO CLASSICO) – RASSEGNA

Si è concluso il caffè filosofico di Simone Vaccaro, che ha visto impegnati in modalità mista gli studenti del Liceo Classico Vittorio Alfieri di Asti, tra febbraio e inizio marzo.
Ritornare è la ricucitura di un filo spezzato, di un sentiero interrotto: si torna a casa, dalla propria famiglia, dai propri amici. A scuola. Per sentire un po’ meno la nostalgia, il dolore per un ritorno lontano che diviene ricordo di un corso non infranto. E così si è ritornati, in aula, in classe, a scuola: a ri-creare una comunità di dialogo visiva oltre che uditiva, a ri-pensare ad uno scambio fisico, di impressioni, di sensazioni. Si è ri-tornati in modalità mista grazie alla potenzialità di una tecnica che collega e congiunge , che rende possibile ponti laddove le rive sono attraversate dal fiume degli eventi. Si è ri-tornati a sorseggiare, ognuno con i propri gusti, ma comunque e nonostante tutto insieme e dialoganti, un buon (speriamo!) caffè: rinforzato, corretto, americano… ma pur sempre filosofico!
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Ciò che la nostra cultura contemporanea ha maggiormente ereditato dal secolo scorso è la pluralità dei saperi, ovvero la suddivisione sempre più specificata degli orizzonti conoscitivi e delle corrispettive sfere applicative. Questo ha permesso un incremento oggettivo dell’efficacia e una maggiore capacità nella risoluzione dei problemi che di volta in volta ci si trova a incrociare. Il dominio applicativo si è esteso dalle soluzioni pratico-pragmatiche a quelle più spiccatamente etiche – le cosiddette etiche applicate – portando così la riflessione sul piano più marcatamente situativo. Il rischio di tale approccio è la disseminazione nei molteplici campi, nelle molteplicità irrelate e a se stanti: le contingenze soverchiano così la necessità della ragione.
D’altro canto, non si può nemmeno fare affidamento solamente sulla cogenza delle motivazioni razionali. Il punto di vista universale, difatti, ha l’indubbio privilegio della chiarezza e della distinzione, dell’analiticità speculativa e della fondatezza argomentativa, ma si trova a dover pagare lo scotto della sua inappuntabile precisione: l’universale, essendo in generale, lascia in disparte il per-lo-più, il peculiare, il particolare. Non potendo riconoscere istanze non universalistiche, si trincera nella sua perfetta conseguenza logica, esito dell’approccio assolutistico.
Perdita dell’equilibrio è dunque la convergenza di questi divergenti sentieri: da una parte la disseminazione in un non-morale che nega legittimazione al questionare etico, mentre dall’altra un sovraccarico morale che si tramuta in un moralismo eteronomo, di una ragione esterna alle cose che riconduce all’ordine normativo della ragione. Recuperare allora quell’aurea mediocritas è la sintesi dell’impegno di chi si vuole esporre per un impegno etico, impegno sia sul piano esperienziale che su quello riflessivo, del pensiero: costruire un mondo morale, nella direzione chiasmatica di un coinvolgimento in direzione di un pensiero vivente, di una vita pensata che possa contemperare l’etica e la teoresi.
TeorEtica (Fabris) è il campo da cui partire, in cui installarsi speculativamente. Cogliere la florescenza dell’Essere, la sua sovrabbondanza dinamica, la disparazione delle sue fasi: si è presa così a modello l’esperienza filosofica di Gilbert Simondon (1924-1989), con il carico di attività che essa comporta, epistemologicamente e ontologicamente. Teoresi e morale; norme e valori; natura e tecnica; epistemologia e ontologia sono solamente i punti estremi, le periferie di un centro reale e pullulante, di un mondo costruito tecnicamente ma geograficamente connotato, di un prolungamento di un processo di in-formazione, che forma formandosi e che trova in quella congiunzione “e” la congiunzione coordinante del suo processo: si è aperto lo spazio ontogenetico.
La morale non risiede né nelle norme né nei valori, bensì nel continuo che si estende dalle norme ai valori, in seno alla loro reciproca comunicazione, colta a partire dal suo centro reale. Norme e valori costituiscono termini estremi della dinamica dell’essere, termini che non consistono in se stessi e che non si sostengono di per se stessi nell’essere (L’individuazione alla luce delle nozioni di forma e informazione, p. 451).
@ILLUS. by WANDO, 2022