COSÌ RISCHIAMO DI TORNARE A CALCEDONIA!

La Messa, così come è stata istituita da Gesù Cristo il giovedì precedente la Pasqua, è evocazione e figura della sua natura divino-umana. Lo è in particolare nell’Eucarestia, cui il Papa sembra invece disposto a rinunciare.
Eppure che la Messa sia fondamentalmente sacrificio eucaristico è un fatto, un fatto voluto da Gesù e per il memoriale del quale la Chiesa è stata fondata, come è detto in modo esplicito nei Vangeli. C’è di più: Gesù divino-umano si esprime proprio nel miracolo eucaristico che unisce un’azione prettamente umana, come quella del cibarsi, con un mistero divino, che vuole che quanto si assume non sia più alimento umano, pane e vino, ma divino, il corpo e il sangue di Cristo. Chi non crede a questo non può comprendere la diatriba sorta in questi giorni: prima in ambito civile tra la CEI e il Governo, successivamente – ed è più grave – in ambito teologico tra la stessa CEI, o una sua parte, e il Papa.
La questione della natura di Cristo fu risolta in via definitiva nel 451 d.C. al Concilio di Calcedonia, quando fu solennemente proclamato che essa «è in due nature che esistono senza confusione, senza mutamenti, senza divisione né separazione»; il motivo per cui don Gianni Baget Bozzo (di cui è prossimo l’anniversario della morte) amava usare appunto l’espressione divino-umano, parlando di Gesù, senza la congiunzione e frapposta tra i due aggettivi. Questa espressione, infatti, vuole significare che si tratta di un tutt’uno inscindibile: Gesù ha unito, ha confuso, Dio all’uomo e viceversa, una verità che la lingua italiana fa fatica a esprimere, com’è naturale che sia proprio in virtù della complessità del mistero che prova a rendere intelliggibile. Segno di questo miracolo divino-umano è ipso facto l’ostia consacrata; il modo che l’uomo ha di attingere, di toccare la divinità di Cristo accade nell’Eucarestia. Chi non comprende il bisogno di comunicarsi che il cristiano sente, non può spiegarsi il dibattito che è in corso e fa presto a ridurlo a qualcosa di risolvibile in ambito giuridico e/o socio sanitario.
Il Papa e una consistente fetta della Chiesa cattolica sembrano aver smarrito il senso di tutto questo, come dimostra la prona accettazione dei decreti del presidente Conte. Comunicarsi torna a essere un atto clandestino, come nei primissimi tempi della Cristianità: non si rischia la vita, è vero (almeno per ora), ma si va nel penale. La scelta dimostra una volta di più la subalternità della Chiesa al mondo, la paura di contrapporglisi, la scelta scellerata di farsi condurre invece che di guidare.
Eppure nell’istituzione dell’Eucarestia, la Messa – d’altra parte – non è che il contorno rituale in cui essa è stata inserita, risiede tutta la scandalosa verità della fede cristiana. La novità, la grandezza, la speranza dell’uomo cristiano non si spiegano tanto con il fatto che un Dio si sia fatto uomo, quanto in ciò che questo ha potuto significare: e cioè che da quel momento anche noi siamo stati chiamati a essere “divini”. Dio che – per libera scelta e per amore – sceglie di abbracciare la condizione umana è tutto sommato comprensibile: infatti se Dio omnia potens, potrà tranquillamente anche farsi uomo, e farsi vero uomo (Verbum caro factum est); tuttavia è pazzesco e scandaloso il contrario, ammettere cioè che l’uomo possa farsi come Dio. Eppure il sacrificio di Gesù ha significato esattamente questo: la possibilità di essere inclusi nella divinità di Dio, il privilegio di divenire “figli di Dio”.
La celebrazione eucaristica domenicale non è un atto accessorio, è la via che Cristo ha indicato per sfruttare la grande occasione che è stata offerta all’uomo di “diventare figlio di Dio”. Questa passa attraverso i Sacramenti e la Chiesa è stata voluta da Gesù per la loro amministrazione e somministrazione, non certo perché questa li ostacolasse. Non è il caso, poi, di entrare in sterili polemiche con i campioni del moralismo da “tanto al chilo”: è ovvio che la partecipazione alla Messa e l’assunzione della Comunione sono condizioni necessarie, ma non sufficienti!
Mettere da parte, quindi, la dimensione sacra della Messa, che ha il suo culmine nella Consacrazione e nella Comunione (i veri motivi per cui la Messa è nata), a tutto vantaggio dell’aspetto umano e mondano della stessa, quello che può tranquillamente essere veicolato anche attraverso le dirette streaming o la televisione, non è un atto docile, responsabile e collaborativo delle gerarchie ecclesiastiche nei confronti del Governo alle prese con la gestione della pandemia da Covid – 19, ma un atto di tradimento e una pericolosa rinuncia al proprio ruolo di guida dell’umanità.
Remo Viazzi, professore e saggista
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L’immagine in evidenza è una rielaborazione di Luca Signorelli, La Comunione degli Apostoli, 1512, olio su tavola, cm. 232 × 220, conservato presso il Museo Diocesano di Cortona.
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Il papa come ogni uomo che parla per conto dell’istituzione Chiesa è necessariamente un bugiardo.
Chiunque si addentri nel discorso che prende per buono il presupposto di Dio non può che trovarselo manifesto e presente in ogni cosa, tale che non possano che essere solo intralci e menzogne i rappresentanti di Dio, i messia nonché la parola di Dio. Questi non sono che i diavoli che tentano senza poterci riuscire di dividere Dio, l’Uno.
Su queste basi non è possibile alcun dialogo.
Il Dio dei cattolici è lo stesso che ha fondato la Chiesa, che è “corpo mistico” di Gesù. Quindi, non è bugiarda e non è un intralcio, anzi è “necessaria”.
Dialogare con chi non condivide questi punti di partenza è inutile, nel senso che si parlano linguaggi assolutamente incompatibili. Preferisco, quindi, confrontarmi con quanti si dicono “cattolici” senza conoscere nulla o quasi dell’ortodossia cattolica.
Dappertutto, comunque, prevale la tendenza a farsi un Dio a propria immagine e somiglianza, che giustifica il nostro agire più che indirizzarlo.
Un abbraccio,
Remo Viazzi
Giusto, talvolta “non è possibile alcun dialogo”. Tuttavia il dialogo sa essere una brutta bestia, mentre i sordi tra loro spesso si capiscono.
In attesa di risposta più esaustiva:
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e anche
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Buona domenica professore
eddymanciox, l’ontomane