LA TRASCENDENZA SPURIA (?) DEL CORONAVIRUS

Il coronavirus è un oggetto indiscreto, invisibile, a occhio nudo non si può discernere. Difatti nel caso del covid-19, come per tante altre entità rilevate dalle scienze, le osservazioni non sono dirette ma mediate da ritrovati tecnici. [Nel caso poi di entità ancor più microscopiche, quelle non sono più osservabili in alcun modo, ma solo descrivibili quando la loro presenza viene dedotta e registrata dallo studio dei loro prodotti di decadimento (come il bosone di Higgs – per di più, nel caso di particelle elementari, come anche gli elettroni, non è noto se quelle siano particelle o onde, siano od oscillino)].
Per i più il coronavirus mai darà mostra di sé per come è, traccia nell’anima solo implicazioni o complicazioni. Tutte notate quali a esso dovute solo in presenza del discorso che ne fa un concreto (in assenza della strumentazione che ne faccia un discreto) poiché altrimenti note solo come generico malanno.
Si distingue dunque nelle classificazioni dagli oggetti (ritenuti) discreti, di forma nota macroscopici, ma anche dagli oggetti indiscreti privi di forma propria (quali gas e liquidi) macroscopici. È un oggetto relativamente indiscreto, ossia di forma microscopica notabile con adeguata strumentazione e cioè anche relativamente discreto.
In quanto relativamente troppo piccolo il coronavirus proviene da una dimensione incommensurabile (non notabile senza adeguata strumentazione). E dunque per distinguer-e(/lo nel)le classificazioni si può forse dire “trascendent(al)e“? La sua presenza, per i più, fa breccia da un piano altro d’esistenza, imprevedibile, resta latente, invisibile anche quando influente.
Trascendent(al)e: di forma discreta notabile tramite adeguata strumentazione; per nominare classi di oggetti che possono essere detti presenti anche quando non sono manifesti, direttamente, riciclando la parola altrimenti di scarso utilizzo (e utilità).
Mandrake el Malocorita falla el coronavirus
P.S. La definizione o sospensione è incompleta e istante di eventuali implementazioni, modifiche e rinegoziazioni, nonché di ulteriori specifiche (open texture).
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CRISI CORONAVIRUS
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Sono ricapitato su questo articolo e colgo l’occasione per rispondere ad alcune critiche (nello specifico di Milita e Negrini) che qualcuno potrebbe fare, al netto di ulteriori implementazioni terminologiche.
L’esperienza intellettualmente conscia (apparizione com-posta di IO penso) concettualizza oggetti e descrizioni secondo una certa ontologia materiale (dicibile estetica macroscopica). La rilevazione tramite strumenti tecnici concettualizza secondo un’altra ontologia materiale (nel caso relativamente più profonda e microscopica).
Dunque parlare delle influenze di un oggetto descritto da un’ontologia rispetto a un piano di realtà descritto da un’altra ontologia è parlare di influenze trascendentali.
Ciò parlando di ontologie speciali.
Nell’ontologia formale (generale) con “trascendent(al)e” s’intende altro, ovviamente. In tale discorso non vi sono oggetti, ma solo apparizioni. Dunque le anime (apparizioni) trascendentali sono quelle relativamente non presenti (attuali). Che siano terre o oceano, con possibilità di definire un ulteriore distinguo, nominale, tra esse, data l’identica dignità assiologica che il Parmenidismo Volgare le assegna.