MEONTOLOGIA DELLA LIBERTÀ (seconda lezione) II,3
…continua da Meontologia della libertà II,2 (qui)
Philosophia ancilla theologiae? Luigi, questa tua filosofia è ancella della teologia, e questo non va bene! Il libero arbitrio della Creazione lasciamolo a questo Dio delle religioni, che nessuno sa se veramente è, o non è; ma noi, liberi filosofi in libero stato, teniamoci stretto il beneficio del dubbio, almeno noi; noi desistenti, per esempio, che rifiutiamo con forza, caro Luigi, questa tua sicurezza sulla Libertà di un Dio che ha tanto il «potere di originare se stesso» come quello di «creare il mondo». Che un Dio abbia la libertà, e quindi il potere, di creare il mondo, passi; ma che un Dio (almeno un Dio come quello che il cattocristianismo s’arroga il diritto di rivelare) abbia la libertà, e quindi il potere, di originare se stesso, su questo avremmo dei dubbi, caro Luigi. A questo proposito, il Profeta della Desistenza ebbe a scrivere:
DA SEMPRE, PER SEMPRE…
Siccome è da sempre,
la divinità non potrebbe, non essere più,
quand’anche lo volesse;
Ma, siccome non esiste da sempre,
l’umanità potrebbe, non esistere più,
se solo lo volesse.
O Luigi! Se Dio è l’Essere, l’Essere in sommo grado, non può uscirne: deve Essere; e perciò non può essere libero di originare il proprio Essere bensì solo di creare quello di altre persone o di altre cose (= il Creato). Può sembrare paradossale, ma un Essere che è da sempre non può aver originato se stesso, né potrà mai non essere l’Essere che è. Quanto a noi, desistenti, non c’importa tanto mettere in questione o negare Dio, ma piuttosto mettere in questione e abolire l’origine del nostro essere: l’essere esistenti, cioè in vita; specie se, come dici tu, Luigi, esiste un Inferno che può imprigionare in eterno coloro che si sono permessi di negare l’Essere divino e rifiutare il suo cosiddetto Amore. O Luigi, non è serio parlare di Inferno in un trattato sull’Ontologia della Libertà che, tra l’altro, fu materia delle quattro lezioni da te tenute a Napoli fra il 26 e il 30 aprile del 1988: il proselitismo filosofico deve mantenersi laico, senza avventurarsi nelle incognite dei dogmi. Non furono aconfessionali, le tue lezioni.
Ma torniamo al tuo tentativo, o Luigi, di salvare la libertà nel passaggio critico dalla Libertà come Inizio (Principio assoluto) alla libertà come già iniziata ed esistenzialmente situata (principiata): purtroppo per te, noi desistenti riteniamo che sia vano qualunque tentativo di poter far rientrare l’orizzonte di questa o quella iniziativa principiata nel panorama di un Inizio che principia ogni libertà. Lo dici tu stesso:
Dio è autore non solo dei propri atti, ma anche della propria libertà, mentre invece l’uomo è autore dei propri atti, ma non autore della propria libertà, e in questo senso Dio è irresponsabile, mentre invece l’uomo è responsabile. [Pareyson / Ontologia della libertà / Il male e la sofferenza – Einaudi, Torino 1995 – pag. 29]
Solo Dio può essere sicuro di non aver leso la libertà di suo Figlio, generandolo, perché infatti l’ha generato, non l’ha creato; e il Credo cattocristiano ci tiene molto a precisarlo, infatti, che il Figlio di Dio fu «generato, non creato», essendo «della stessa sostanza del Padre». Ma, eccezion fatta per Dio, in nessun altro caso si può conciliare il Principio assoluto della Libertà con una libertà principiata in una iniziativa presa “a seguire”, per così dire. Dio è “irresponsabile” perché non deve rispondere a nessuno delle proprie azioni, sicuro com’è che ciò che fa lo fa sempre bene, essendo Lui il Bene in sé. L’autostima non gli manca davvero. Non altrettanto può dirsi dell’uomo, però, e soprattutto in considerazione del fatto che egli deve rispondere proprio a Dio del peccato originale a causa del quale ogni concezione inizia come già principiata nel peccato: il Sacramento del Battesimo serve proprio a togliere dal neonato il Peccato originale contratto dal “paziente zero” (Eva) e dal “paziente uno” (Adamo) quando decisero di voler esseri liberi da qualunque divieto relativo a cosa mangiare (simbolo del “conoscere”) e cosa non mangiare. Adamo ed Eva non vollero rispondere a Dio delle loro azioni e così incorsero in quella particolare mancanza di libertà che consiste nel non poter più essere sicuri di agire bene sempre e comunque.
Certo, Luigi, che l’uomo non è autore della propria libertà, dal momento che ogni uomo è stato messo al mondo senza mai essere stato interpellato; se uno non è interpellato, nemmeno può rispondere. Dio potrebbe sentirsi veramente autore della propria Libertà solo e soltanto sentendosi sicuro di non essere mai stato né generato né creato da altri: al riguardo, è singolare, o Luigi, che tu possa aver parlato, a lezione, di Dio «come potere di originare se stesso»! Anche solo usare il verbo «originare» è fuori luogo, se si parla di Dio: Egli, se c’è, c’è e basta, da sempre e per sempre. Punto. E ciò perché, infatti, Egli è, e non c’è se non come Figlio di se stesso: l’esser-ci di Dio è magari il Figlio suo Gesù, ma non è esserci in sé, a rigore. Essere ed Esserci sono categorie che dopo Heidegger possiamo usare con una certa cognizione di causa. E comunque, restando a noi, semplici creature, noi, desistenti, diciamo che l’astenersi dal diritto di procreazione diventa un dovere in virtù del fatto che noi, come dici anche tu, Luigi, non siamo affatto autori della nostra libertà: la Libertà assoluta ci deriva dal non essere il primo anello della catena riproduttiva, ci deriva dal non essere privi di genitori. Luigi, portaci un umano non concepito da due genitori e ti crederemo. Persino Adamo ed Eva furono creati: creare è il modo che Dio ha di concepire; Dio concepisce “mentalmente” – per così dire – ciò che crea: fuori dalla dimensione spazio-temporale un pensiero diventa immediatamente evento reale, un concetto diventa subito la cosa concepita dal concetto stesso. Detto fatto. Ma noi viviamo nello spazio e nel tempo e non possiamo permetterci il lusso di fare delle scelte a nome di altri esseri, i nostri figli, essendo noi stessi dei figli capaci di diventare genitori a nostra volta; anzi, proprio perché siamo nati come figli, non possiamo permetterci di far nascere altri figli.
Solo chi è autore del proprio Principio
può anche essere artefice del proprio Destino.
Curiosamente, però, se anche potesse darsi un Essere autore ed artefice di se stesso, cioè un Dio, questo Essere, se genera o crea un altro essere, quest’ultimo essere non essendo più autore di se stesso necessariamente non è più nemmeno artefice del proprio destino; ne deriva che un Essere libero in senso assoluto (Principio non principiato, Inizio non iniziato) è condannato a restare solo, senza prole, se vuole evitare il Male di dare alla luce esseri viventi in un regime di libertà condizionata, cioè esseri capaci di iniziativa ma incapaci di Inizio. Un Dio veramente responsabile, veramente Buono, avrebbe accettato la condanna alla propria solitudine; invece ha generato, ha creato… La gente comune, però, la gente semplice, su queste cose non riflette e continua bellamente a fare figli.
Genitori! Genitori! Grandissime teste di cazzo! Quando e come siete diventati capaci di concepire figli? Qualcuno forse vi ha dato il patentino dopo avervi fatto sostenere un arduo esame? No! Non è così, e lo sapete! Molti di voi erano e restano teste di cazzo: irresponsabili! È stata la Natura che, meccanicamente, quando è arrivata l’età puberale, vi ha messo in condizione di riprodurvi: facile, troppo facile! Non avete dovuto fare niente, se non aspettare di crescere, per imparare a procreare. Per la cosa più impegnativa del mondo, mettere al mondo dei figli, a nessuno viene richiesto nulla: non studiare, non diventare veramente adulti nella testa (non quella del cazzo), non essere responsabili… niente! A nessuno viene chiesto nulla, per diventare genitori: la Natura fa tutto lei, ci pensa lei e, quando lo ritiene, ci mette in condizioni di fare figli allettandoci con quello che è forse il piacere più grande di tutti, il piacere dell’orgasmo sessuale, senza il quale forse sul pianeta ci sarebbero molti meno figli. Così, due cretini qualunque possono vantarsi di aver messo al mondo un figlio come se fare una cosa del genere fosse motivo di orgoglio indiscusso! Dirò di più: io, Profeta della Desistenza, ho purtroppo constatato che, quanto più sono idioti, tanto più mettono al mondo dei figli, i cretini, perché al mondo loro non hanno che i figli, come i proletari; investono sui figli, i loro esseri, come un Capitalista fa con i suoi suoi averi. A proposito, per capire meglio l’assunto secondo il quale sarebbe degno di procreare solo e soltanto uno che fosse anche il Creatore della propria libertà, potrà essere utile riflettere sul fatto che, a questo mondo, uno che lavora in una catena di produzione, in fabbrica, esegue meccanicamente dei gesti (catena di montaggio) senza stare a pensare se quello che contribuisce a produrre è morale o immorale: come un soldato semplice, l’operaio della catena di produzione deve agire senza chiedersi il perché, pena il licenziamento; se la catena di produzione produce armi, l’operaio le deve produrre e basta; se il generale nazista ha ordinato di invadere una nazione, il soldato nazista deve invaderla e basta. Ma se l’operaio, o il soldato, è un desistente, allora entra in gioco l’OBIEZIONE: obiezione di coscienza, che impedisce all’operaio di fare armi e al soldato di invadere nazioni; ebbene, la più grande OBIEZIONE della Storia dev’essere l’OBIEZIONE D’ESISTENZA, la DESISTENZA, perché il Sistema della catena di riproduzione umana è la più immorale catena di montaggio dell’universo mondo.
«Che cosa straordinaria un fatto, un evento! Poco fa non c’era, e a un tratto eccolo lì, incancellabile – dice Pareyson –: c’è in esso qualcosa di insopprimibile: non si può cancellare ch’esso sia stato. Factum infectum fieri nequit.». Non si vede cos’abbia da esultare tanto, il buon Luigi. C’è da essere contenti, se un fatto che prima non c’era adesso c’è e non potrà mai più non essere? Specialmente quando questo “fatto” è la nascita di un neonato? Un neonato che magari vivendo da disgraziato non può, aldilà, evitare l’Inferno proprio perché, essendo ormai nato, deve morire in eterno? Cos’è questa definitività opprimente? Questa irrevocabilità fondamentalista? Un integralismo masochista? o sadico? È infetto chiunque nasce!
Che cosa straordinaria un virus, un evento! Poco fa non c’era, e a un tratto eccolo lì… si spera non incancellabile. Che ne dici, Luigi? È meglio che sia cancellabile o no, il CORONAVIRUS? Forse il motto latino che hai citato vorrebbe vedere un infetto guarire, dopo che il fatto dell’infezione s’è verificata: in latino infectus, a, um, significa ‘non fatto’ ma il fatto epidemiologico di un’infezione da contagio auspica invece la guarigione, s’augura che nel più breve tempo possibile tutto sia come se nulla fosse stato… fatto! Foss’anche l’infezione del fatto originale, il fattaccio dell’Eden… Ciò che è fatto è fatto. Cosa fatta capo ha. Teste di cazzo! C’è un virus ben più grave del COVID-19: si chiama ONTALGIA, o ONTOSALGIA, se preferite; preoccupatevi di quello, non solo di questo o quel virus che ogni tanto esplode a questo mondo! Siamo tutti su una nave che fa acqua da tutte le parti: a che serve chiudere qualche falla? La nave affonderà comunque! Il siluro del Peccato originale ci ha colpiti? Va bene, ma basta! Smettiamola di ributtare in mare secchiate d’acqua: la nave affonderà. La nave fa acqua e voi cercate di prosciugarla? L’umanità sembra un esercito mandato a combattere una guerra che non finirà mai contro un nemico imbattibile (la Morte); una guerra sotto il comando di un Generale stolto che ha ordinato ai suoi soldati di fare figli il più possibile per rimpiazzare i caduti morti in quella guerra terribile; come se mettendo un nuovo combattente al posto di uno caduto si potesse vincere! Pie illusioni.
«Tutto fugge e perisce, ma c’è una cosa indistruttibile, definitiva ed eterna: ciò che è stato è stato»; e mettiamoci una pietra sopra, amen, Luigi, e incidiamo su quella pietra il nome di tutti i caduti per l’esistenza, cioè per un’inutile resistenza contro il comune nemico: la Morte. L’umanità teme che la sconfitta possa configurarsi come sparizione dell’umanità dal pianeta? È per questo che continua a mandare soldati al fronte? Carne da macello! Carne al macello! E chi sono, i pezzi da novanta che ordinano questa guerra? Che convincono tanta gente a morire nel nome della Vita? I teologi? Certo, ma in generale tutti coloro che inoculano il virus dell’ottimismo a tutti i costi, persino al costo della Vita individuale per il bene della Vita di tutti; già, ma il bene di tutti è che la Vita continui ad ogni costo? Siamo sicuri? Qualcosa che non è nemmeno un bene personale, dal momento che si sta male quando lo si ha, dovrebbe essere creduto un bene universale, a dispetto del fatto che nessun bene universale è esperibile dall’individuo?
La sacralità dell’evento: basta che accada, e subito è santificato. Pareyson dice che un evento ha due virtù: è imprevedibile ed è irrevocabile; anche Emanuele Severino diceva queste cose: si tratta di filosofi che credono nell’Essere a prescindere. Approfondendo il concetto di imprevedibilità dell’EVENTO Pareyson dice che «nulla di ciò che lo precede basta a spiegarlo, nessuna continuità lo collega con gli antecedenti, i quali non possono essere considerati come una preparazione. Non tollera né il concetto di causalità né il concetto di possibilità: non è l’effetto di una causa, e nemmeno è la realizzazione che ha prima di sé qualcosa di possibile»: «è assolutamente indeducibile». A questo riguardo il vostro Profeta ebbe a dire:
CAUSA PRIMA e CAUSA SECONDA
Se la creazione del Creatore
è la causa prima della generazione
e la procreazione della creatura
è la causa seconda della generazione,
con la desistenza la causa seconda
può annullare l’effetto della causa prima.
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@ILLUS. by JOHNNY PARADISE SWAGGER, 2020
MEONTOLOGIA DELLA LIBERTÀ – SLIM EDITION
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