MEONTOLOGIA DELLA LIBERTÀ (seconda lezione) II,2
…continua da Meontologia della libertà II,1 (qui)
Ma torniamo all’insegnamento che può lasciarci la Pandemia di COVID-19. Il pericolo del contatto. Si dice: “entrare in contatto”. Adamo entrò in contatto con Eva: e possiamo facilmente immaginare che per “contattare” Eva nella modalità del peccato originale, Adamo abbia dovuto non solo mangiare la Mela del Male ma anche proprio “ entrare” in Eva, come una pistola entra nella fondina, o una spada nella sua guaina. La vagina è il fodero in cui il maschio più ama rifugiarsi. Non è chiaro quanto la femmina ami dare rifugio al maschio, ma certamente ella ama ciò che da quel rifugio esce: la prole.
Quale contatto è più significativo di questo? Entrare nella femmina! Al significato filosofico del «buco» Sartre ha dedicato pagine degne di nota. La propagazione del virus della vita avviene per contatto, non c’è dubbio: per contatto sessuale. Trovo veramente istruttivo ciò che emerge dalla vicenda attuale della Pandemia: l’elogio dell’isolamento. Sì, lo trovo istruttivo, perché credo di intravedere in esso anche l’unico rimedio possibile per la risoluzione della Pandemia esistenziale che contagia ed uccide l’umanità da tempo immemorabile. E me le immagino, tutte le teste di cazzo che in questo momento si sollevano contro di me dicendo: «O Profeta della Desistenza, vorrai mica che noi rinunciamo all’unico piacere che la vita ci dà? Vorrai mica che noi rinunciamo alla figa?». E il Profeta risponde: «O grandissime teste di cazzo, chi vi ha chiesto di rinunciare alla figa? Anche questo Profeta che vi parla ama la figa e i suoi piaceri; ma questo Profeta, a differenza di voi, usa la testa che ha sul collo prima ancora di quella che ha fra le gambe; o grandissime teste di cazzo, nessuno vi chiede di rinunciare alla figa, ma solo di evitare quello che dalla figa può uscire quando vi si entra senza precauzioni: i figli». E a questo riguardo vi fu un celeberrimo motto di spirito del Profeta della Desistenza:
ENTRARE e USCIRE
Sapendo quant’è spiacevole uscirne,
natura volle che fosse almeno piacevole entrarci,
in una donna.
O grandissime teste di cazzo che usate la testa solo per fottere, se non volete leggere Schopenhauer, almeno riflettete su una realtà incontestabile: la Vita ha reso piacevole in sommo grado proprio quell’atto, l’atto sessuale, che in sommo grado può provocare dolore; è furba, la Vita: essa rende più piacevole proprio ciò che le permette di sopravvivere; la Volontà della Vita è volontà di vivere – l’ha detto chiaro Schopenhauer –, pura Volontà che dà piacere nella misura in cui questo le torna utile; noi non dobbiamo dimenticare però che l’unica utilità che la Vita persegue è la propria continuazione. O umani che usate solo la testa del vostro cazzo, entrateci quanto volete, in una donna, ma fate attenzione a quello che può uscirne, da una donna; è stato detto che l’uomo vuole rientrare sempre là donde è uscito; io non so se sia questa l’ermeneutica del mito riproduttivo, ma sicuramente c’è una qual certa ermeneutica etimologica nel mito dell’eterno ritorno del maschio nella femmina: l’ermeneutica della parola «nostalgia», la quale è composizione di νόστος (ritorno) e αλγία [(elemento compositivo tratto da ἄλγος (dolore)]; la ‘chiave’ di lettura della ‘chiavata’ potrebbe risiedere nel desiderio di tornare là donde si è venuti. E questa chiave potrebbe anche aprire la porta chiusa che ci impedisce di fare una corretta ermeneutica del mito del peccato originale, forse.
La Pandemia insegna che… Il Profeta della Desistenza, novello Esopo, cerca di non lasciarsi sfuggire la Morale della Pandemia in corso: state a casa! Hashtag: #iorestoacasa. Credo di poter dire che la vulva è per tutti i maschi la “casa” in cui si desidera entrare; per gli omosessuali il discorso non cambia molto, dacché anch’essi cercano comunque di “accasarsi” in un buco. L’amore si fa entrando in un buco, sempre. Ed entriamoci, nel buco; ognuno si scelga il suo e ci resti quanto più può. Va bene. Non è questo il problema. Il problema è fare attenzione a cosa da quel buco può uscire. Il Profeta della Desistenza vi fa riflettere tutti sulla ‘Casa delle case’: il Nulla. Persino il Creatore – recita l’ermeneutica del Mito creazionale cattocristiano – ha creato dal nulla (creatio ex nihilo). Sentito, Luigi? Dal Nulla! Si annoiava, il Creatore, e s’è preso la Libertà di profanare il Nulla ponendo in essere il creato, in cui siamo anche noi, purtroppo. L’Essere è entrato in contatto con il Non-Essere e ci ha cavato Tutto. Anche l’essere umano fa così: entra in contatto con lo spazio vuoto della vulva (il nulla meontologico femminile) e spesso con il proprio pene ci cava lo spazio pieno delle altrui pene (il tutto ontologico maschile). La vanità femminile è essenzialmente vacuità della quale l’esistente ha orrore: horror vacui. Non il desistente, però; il quale, al contrario, predica il motto del suo Profeta:
PROCREATIO STAT PRO CREATIONE:
CREATOR NIHILUM HORRENS CREAT,
CREATURA NEMINEM ABHORRENS PROCREAT.
Se mai vi fu un Creatore, anch’Egli “entrò” in contatto con la vulva meontologica del Nulla e per paura di Esso creà Tutto; horror vacui. La creatura fa lo stesso: per paura di Nessuno (assenza di qualcuno) “entra” in contatto con la vulva meontologica del Niente femminile e ci estrae spesso ciò che sappiamo. È difficile non entrare in contatto con gli altri: basta vedere cosa succede in questi giorni. La penetrazione femminile è la più grande manifestazione di “entrata” in contatto, da parte del maschio. Da quando la paziente zero ne fu contagiata, proponendola anche al paziente uno, Adamo, la voglia di incastrarsi divenne virale, nell’Eden, non certo quella di castrarsi; il Mito dell’incastro fra maschio e femmina fu ermeneuticamente esposto anche dal moralista Platone, quando parlò di Androgino nel suo Simposio. Da sempre l’incastro è l’essenza della tecnica riproduttiva: si forza il castrum femminile e l’incastro è fatto. Ma il Governo raccomanda: state a casa! Se il castrum femmineo è la casa che riproduce il virus esistenziale, è facile capire che il Governo della Desistenza raccomanda di castrāre questa velleità: meglio eunuchi per il Regno del Nulla.
O grandissime teste di cazzo, la testa del vostro cazzo non è una testa pensante! – dice il Profeta della Desistenza –; questa testa ubbidisce ciecamente alla Volontà della Vita (volontà di riprodursi); ascoltate chi invece usa la testa del vero Capo: il capo che ragiona, che pensa… state a casa! castratevi, piuttosto che propagare il virus della Vita! Quale sanzione potremmo mai dare, a chi esce di casa per procreare? Quale ammenda potrà mai fare colui che s’è macchiato del reato di propagazione del virus esistenziale? Quella di convincere gli altri a non cadere nello stesso errore, a non commettere lo stesso reato. Reo fu Adamo? Non sia correo il discendente di Adamo! Non entri nelle figlie di Eva per annidare in esse altra Vita! La sórca è nido di Vita, quindi ricettacolo di Morte, dal momento che chi nasce poi anche muore. Il vostro Profeta, o umani, compose per voi IL SONETTO DELLA SORCA proprio per mettervi in guardia:
Gli uomini son come topolini
quando fanno i maschietti delle sorche:
dei sorci che a caccia di bambini
s’inoltrano in oscure fogne sporche.
Son chiaviche le sorche e poco fini
coloro che quanto più sono porche
più vi s’infognano come cretini
passando della vita per le forche.
«Forche di Caudio» o «Forche di Ilizia»?
Forse d’entrambe, visto che Madera
di feti il fato schiude con malizia
quando alla vita d’Eva come Pizia
anguicrinita attenta, serpe fièra,
con una mela che il male inizia.
Capita, la Morale della Pandemia? State a casa! L’organizzazione mondiale della sanità non può che raccomandare l’isolamento, anche e soprattutto guardando al caso della ‘Pandemia Esistenziale’. Il vostro Profeta della Desistenza parla pro bono: per il bene di tutti, e pro bono veste i panni scomodi dell’avvocato, il paraclito che combatte contro un altro Paraclito più potente di lui, lo Spirito detto Santo per la Vita, lo Spirito detto di Dio, il Dio della Vita… O Umani, questo Profeta rischia l’Inferno per voi! Lo capite? Rischia di dannarsi l’anima per salvare altre vite: le vite non ancora in Vita! Non sentitevi liberi di uscire di casa, o propagatori immondi della Vita! Non potete prendervi la libertà di profanare il Nulla deflorando il Paradiso meontologico della vulva, topos delizioso della vacuità femminile.
Capito, Luigi? Luigi Pareyson? Tu parli di due significati fondamentali della libertà: «la libertà come inizio» e «la libertà come scelta». Tu vuoi «salvare la libertà dalla necessità» incastrando recettività ed attività… sia castrata, filosoficamente, questa salvezza impossibile! Dillo forte, Luigi, che «la libertà non può essere preceduta o seguita che dalla libertà», dillo forte! Infatti, solo quando a monte e a valle regnerà indisturbata, alta e solenne, la Libertà, solo allora a priori e a posteriori anche regnerà la pace del Nulla, l’armonia del Niente. Libertà può esservi solo nel Nulla: là dove Nessuno può urlare per denunciare l’attentato alla propria Libertà. Nessuno, Nemo: costui è libero in sommo grado, colui che non ha mai perso la Libertà di non Essere (in vita); si dice che «cosa fatta capo ha», nel senso tremendo e terroristico in cui si dice che, una volta posto in essere, l’Essere non potrà mai più non essere. Il vostro Profeta, o esistenti, già ebbe modo di scagliarsi nientemeno che contro San Tommaso d’Aquino:
NON POTEST…
Quod est oppositum ei quod est esse non potest esse aliquid.
Bravo san Tommaso d’Aquino! Ci sei arrivato?
Il Desistente s’oppone a Colui che è Essere e così spera di non porre in essere altri essenti; se è vero che chi s’oppone a ciò che è essere non può essere qualcosa o qualcuno, ebbene opponiamoci! Se la Libertà assoluta dell’Essere è imprigionata nel suo stesso dover essere (deontologia terribile dell’Essere!) la nostra libertà relativa ci consente di evadere dalla prigione con l’obiezione di coscienza della Desistenza, OBIEZIONE D’ESISTENZA, specie se vale quanto segue:
NUMQUAM
Quod semel est numquam totaliter cedit in non esse.
Ciò che esiste una sola volta non finisce mai completamente nel nulla.
O grandissime teste di cazzo che decidete di coronare il vostro sogno d’amore entrando prolificamente in contatto con la vostra metà: ascoltatemi! Ascoltatemi: non è una libertà che potete prendervi, questa! Alla faccia di Pareyson e di tutti i filosofi della libertà: non potete, non dovete! La corona con cui coronate il vostro amore è peggio del CORONAVIRUS, attacca le vie respiratorie: qualunque esserino voi mettiate al mondo, poverino, perirà miseramente per insufficienza respiratoria rischiando di tornarsene all’Essere, al Creatore, che potrebbe pure gettarlo all’Inferno! Morire è spirare, non dimenticatevene! COVID-19 è un assaggio di Morte, anche quando non conduce alla morte: esto nobis praegustatum, mortis in examine! E soprattutto a voi che siete guariti da CORONAVIRUS, io, Profeta della Desistenza, dico: non dimenticatevi del fiato che vi mancava, quando rantolavate nel terrore di morire! Non dimenticatevene, perché, alla fine della vostra vita riproverete quella sensazione, quando morirete veramente; quella sensazione che vi ha fatto pregustare la Morte possa quindi essere da voi esaminata per trarre delle conclusioni, e soprattutto la conclusione madre: a tutti coloro ai quali darete il respiro anche lo toglierete.
Luigi, sei caduto nella pània dell’illusione religiosa della libertà! Come ha potuto, un uomo intelligente come te non capire che la libertà sparisce proprio là dove l’essere umano crede di poterla esercitare al massimo, cioè sparisce, si dissolve proprio nel momento in cui un uomo ripete l’atto dei suoi genitori, l’atto (sessuale fecondo) che in modo coattivo gli ha dato la vita? Uno, che non liberamente ha subìto in modo passivo la propria concezione, proprio lui, che ha subìto questo, supinamente ripete l’atto impostogli imponendo ad altri (figli) tale coazione? Co-actio. Il termine «coazione» sembra irridere al fatto che coazione v’è quando due genitori co-agiscono nell’actio riproduttiva così come un figlio in modo coatto riproduce se stesso nello stesso modo co-attivo. Ogni atto sessuale fecondo è co-atto: coercitivo in quanto prodotto della/dalla cooperazione (“co-azione”) di due genitori che imponendo la vita rendono illiberale in sé il loro atto. Ma il paradigma della procreazione coatta spacciata per libera è sotto gli occhi di tutti i credenti:
«Quando si dice che l’uomo è immagine di Dio seguendo la proposta del Genesi, questo significa in fondo che anche l’uomo (è) a modo suo inizio puro, puro cominciamento, autooriginazione. Come autooriginazione è Dio, così puro cominciamento è l’uomo, in base al principio dell’indivisibilità della libertà. La libertà è indivisibile: proprio vista nella sua illimitatezza, la libertà (è) illimitata, arbitraria, assoluta, sovrana, questo potere immane, grande e terribile, che si vede tanto in Dio, come potere di originare se stesso, anzitutto, e di creare il mondo, quanto di contenere in sé la possibilità del male, tanto nell’uomo, come potere di obbedire a Dio o di contestare Dio, di metterlo in questione e quindi di sconvolgere il mondo, e quindi potere di onni- e auto distruzione, di scegliere l’inferno (cioè di far essere l’inferno, che ovviamente non è né un luogo né una pena, ma uno stato e una scelta).»
[Pareyson / Ontologia della libertà / Il male e la sofferenza – Einaudi, Torino 1995 – pag. 28]
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