PAZIENTE PATENTE

Vŏluntās patentĭs
patientĭs vŏluntās.
Nella Wissenschaft der Logik Hegel trattò di Das Eins und das Leere. L’Uno e il Vuoto. Il Vuoto è in senso logico l’autoreferenzialità della Negazione: una negazione che non fa riferimento a ciò che nega, una negazione che ancora non svolge il compito logico di negare una affermazione a sé contraria. Devono potersi «interfacciare», l’Essere e il Nonessere, per innescare il movimento esistenziale che alterna affermazione e negazione; è solo l’essere a conoscenza dell’alterità dell’Altro che permette all’Uno di alternarsi ad esso nel moto dialettico che avvicenda ragione e torto. Esistenzialmente, il divenire è, come si dice in chimica, l’«interfàccia» che funge da superficie di separazione tra due fasi di un sistema: il reagente che, connettendo Essere e Nonessere, ne permette la determinazione qualitativa e quantitativa, in una parola li determina. La bellicosità della dialettica è una polemica provocata sempre da un volersi fare spazio: l’Essere si fa spazio nel vuoto e il Nonessere, vuoto, è occupato; occupazione: la volontà di “farsi” spazio. Chi, si fa spazio? L’Essere! Esso riempie il vuoto Nonessere con il pătĕo di una voluntas patendi: volontà di evidenza che è però anche il patior di una volontà di sofferenza: voluntas patiendī.
La volontà di apparire è volontà di patire. La volontà dell’Uno è patente volontà di impotenza dell’Altro: azione e passione. Quella che Hegel chiama «l’immane potenza del negativo» è anche l’immane sofferenza del positivo: la pazienza del paziente che patisce subendo. L’immane “patenza” dell’essere-patente (pătens, entis, part. pres. di pateo; come agg.) è lo spazio che si fa spazio come negazione del vuoto autonominandosi referente unico della negazione, la quale perciò non è più astratta in quanto da riferirsi sempre solo e soltanto all’Essere. «L’uno non è quindi in alcun modo capace di diventar altro; è immutabile»: Das Eins ist somit keines Anderswerdens fähig; es ist unveränderlich. L’Immutabilità primordiale conserva lo status originale: l’Essere non diventa Nonessere e il Nonessere non diventa Essere. «È indeterminato»: Es ist unbestimmt. Essendo indeterminati, l’Uno non è l’Altro e l’Altro non è l’Uno: nessuno dei due ha termine nell’altro, termĭnus in altero.
Questo è il sogno, per adesso solo speculativo, del pensiero desistenziale.
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