VERITÀ NON SERVE (Parte III) – CHE VUOI?

Continua da “Verità non serve (Parte II)” (qui).
Mi sottoponi poi la canzone di Battiato, che mostra alcuni aspetti di ciò che vai cercando. Che non è Verità, che, quale che sia, è impotente, è semplicemente il posto dove le cose stanno o accadono.
Tu vuoi piuttosto qualcos’altro, diciamo “un centro di gravità permanente che non ti faccia mai cambiare idea sulle cose e sulla gente”.
E così sveli la ragione del tuo opinare su Verità. Dato che è, punto, di partenza e arrivo, se si vuol dire, non serve a te come a chiccessia che voglia esserne utente.
La Verità, che è solo certificazione, nel dato, del dato, non offre consiglio e allora si vuole e si cerca un’altra “Verità”, guida immobile dell’errare.
E allora cosa fare, se non iperstatizzare i significati che piacciono intorno a un centro di gravità permanente, cosicché non mutino assieme al preteso mutare di tutto il resto?
Ma così anche cerchi di far gravitare idee iperuraniche in circolo, così come speri si confacciano alla tua condizione. Tu nella tua cameretta di platonico fanciullino. E pure dunque – aggiungo – “gira tutto intorno alla stanza, mentre si danza”, deciso che quaggiù è tutto un gran ballare sul precipizio e lassù sta l’ordine dell’Immutabile.
Quale, deliberata, confusione tra metafisica ed esistenza. Deliberata confusione che rende l’uomo libero. Di (in)seguire Verità.
Ma il libero che delibera l’interruzione metafisica che non appare può testimoniare l’irruzione nella sua esistenza della Verità che gli offra consiglio? È palese l’ordine del Dio che ti serve?
No! E infatti continui a cercare, o forse ad attendere, fiducioso.
Di sicuro, però, c’è che l’utente di “Verità” si pone in un doppio legame con quella, tale che usandola viene usato.
Dio come Verità in metafisica. Dio come Padr(on)e nell’esistenza.
Il tuo modello così non sarebbe troppo differente da quello di sempre, che depone la Verità impotente e impone la Verità che serve: la Verità del Padre che serve ai servi che servono il Padre.
Tuttavia, con onestà, non sostieni di averla trovata l’utile Verità, non dici di trovarlo coerente il tuo modello e infatti ancora cerchi nel tuo incedere rizomatico.
Che intendi? Che cerchi? Che vuoi?
Devi forse decidere, o stabilire, se intendere o voler cercare cercando di volere.
@ILLUS. by MAGUDA FLAZZIDE, 2020