DIALOGO FRA CHIARO E SCURO

SCURO: Vuoi illuminarmi a tutti i costi?
CHIARO: Perché tu abbia la vita.
SCURO: Cosa c’entra la luce con la vita, questo lo sai solo tu.
CHIARO: Sta scritto: in lui era la vita e la vita era la luce degli uomini.
SCURO: Ah, sì, sì… Giovanni 1: …la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta…
CHIARO: Bravo.
SCURO: La vuoi sempre vinta, tu, vero?
CHIARO: Le tenebre non mi possono vincere: le porte degli inferi non prevarranno; Matteo 16,18.
SCURO: Se non ci fossi io, nessuno se ne accorgerebbe, che tu sei la luce: senza il buio, la luce non fa luce a un bel nulla: io sono il foglio nero su cui tu disegni le tue scie luminose, io sono la camera oscura in cui tu puoi sviluppare le tue foto. Lo sai, no? che foto viene da φῶς φωτός: luce? Foto, fotosintesi…
CHIARO: È vecchia, questa storia.
SCURO: Ma è vera: prova a far luce dove non c’è il buio, se sei capace.
CHIARO: Senza di te io sarei luce pura: chiarore assoluto, bianco immacolato.
SCURO: Com’era il tuo Signore, prima che la sua creatura decidesse di passare al bianco e nero…
CHIARO: Il mio Signore resta Biancore assoluto, Bianchezza pura; e la sua creatura lo raggiungerà solo se saprà smacchiarsi fino ad indossare la sua stessa vesta candida.
SCURO: Il tuo Signore vuole essere l’unico, a far luce: la prima stella che sorse al mattino per far luce, Lucifero, fu condannata dal tuo Signore a far buio in eterno; il fosforico Lucifero, portatore di luce per definizione, almeno fra le stelle, non fu tollerato, dal tuo Signore: tutti devono stare alla sua ombra, sennò finiscono all’ombra di Lucifero. Nel cielo, il Sole, non disdegna che la Luna, e le Stelle, facciano anch’esse luce: lui fa luce di giorno e loro fanno luce di notte. Solo il tuo Signore vuole essere l’unica luminaria dell’Universo.
CHIARO: Il peccato di Lucifero fu proprio questo: non accettò il suo brillare di luce riflessa. Solo Dio è la Luce: tutto risplende della sua Luce… Luce da Luce, φῶς ἐκ φωτός, lumen de lumine… persino suo Figlio, brilla di luce riflessa. Non lo conosci, il Credo?
SCURO: E come no? Poi venne l’uomo, la sua creatura più perfetta, che, volendo essere come Lui, scelse il bianco e nero: mi spieghi come è potuto accadere, che la creatura, volendo diventare come il Creatore, cioè Bianca come la Luce, è diventata… bianconera?
CHIARO: Fu Lucifero, a promettere che l’Uomo sarebbe diventato come il Bianco, come Dio; il Nero disse: «Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male». Loro mangiarono, e cominciarono a vedere, oltre al Bianco anche il Nero.
SCURO: Già, e poi dovettero aspettare fino all’anno zero, che il Bianco mandasse il bianchetto: il bianchetto della grazia ottenuta per i meriti di suo Figlio. Perché volle vedere anche il Nero? per questo l’Uomo fu sbattuto sulla terra? dove, tra l’altro, tutto si vede a colori, e non in bianco e nero?
CHIARO: I colori tutti insieme danno il Nero, lo sai benissimo.
SCURO: Senti un po’, tu, che sei la luce del tuo Signore, fammi un po’ luce su questa questione: perché, quando i colori spariranno, alla fine dei tempi, nel mondo che verrà, gli uomini saranno eternamente fissati o nel Nero dell’Inferno o nel Bianco del Paradiso? A giudicare da questa situazione finale ed eterna, sembra che al tuo Signore non sia poi dispiaciuta così tanto, la scelta di vedere tutto in bianco e nero, che l’uomo fece mangiando dall’albero del Bianco e del Nero; mi sembra che l’abbia fatta sua, questa scelta dell’uomo, che l’abbia immortalata, dal momento che ha colorato una vita eterna con dei viventi neri e con dei viventi bianchi. Tu, che sei la luce del tuo Signore, chiariscimi un po’questo problema: i viventi neri, i dannati, sono bianchi o neri? Se sono vivi sono bianchi e se sono neri sono morti: cos’è, questo essere bianconero? questo chiaroscuro inquietante, né carne né pesce?
CHIARO: La Luce del mio Signore è la Vita stessa: l’essere è albino. Dal momento che il Signore pose in essere il creato, esso rimase e rimarrà per sempre il foglio bianco che “gli diede carta bianca”. Non è sul tuo foglio nero, che Lui disegnò il creato, ma sulla libertà della sua stessa carta bianca. Nessun vivente può essere cancellato da quella carta e i viventi neri, come li chiami tu, sono quelli che si vedono solo “sulla carta”, ma che in pratica nessuno vede più, perché la Luce del mio Signore non li illumina più.
SCURO: È semplicemente orribile! Non poteva, il tuo Signore, se tanto gli era dispiaciuta la scelta della sua creatura di vedere anche il Nero, oscurare completamente al di là chi al di qua scelse di veder nero? è a dir poco sadico, inventarsi un foglio bianco tutto pieno di disegni che nessuno può vedere: è terribilmente antipatico, questo tipo di inchiostro… “simpatico”.
CHIARO: Il mio Signore aveva dei disegni, sulle sue creature, ma non tutte li hanno voluti ricalcare.
SCURO: Hai detto bene: il tuo Signore non lascia che si disegni a mano libera; si salva solo chi disegna nelle linee già tratteggiate da Lui, chi colora le immagini che Lui ha già delineato. «Se non diventerete come bambini…»: è forse per questo, che si salva solo chi pittura disegni già fatti? Mi spiace: io non sono la carta copiativa del tuo Signore, la carta carbone di Dio.
CHIARO: Per questo la tua anima è nera come il carbone.
SCURO: O bianchissimo Spirito, io non intendo usare il bianchetto del tuo Signore, lasciami stare, lasciami stare nel mio Nero: nella sua pietosa caligine, almeno, la passione e morte dell’umanità non si vede. In beata caligine, caligaverunt oculi mei…
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